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29 Ottobre 2024 - 11:27
Taglio shock al Fondo Automotive: scoppia la rivolta tra imprese e sindacati
Un colpo di scena inaspettato scuote il settore dell’automotive italiano: la legge di bilancio ha previsto un taglio drastico di 4,6 miliardi di euro al Fondo Automotive, nato nel 2022 sotto il governo Draghi per sostenere la transizione del comparto e incentivare la domanda. Dei 5,8 miliardi ancora disponibili su un totale di 8,7 miliardi fino al 2030, resteranno soltanto 1,2 miliardi, riducendo a 200 milioni l'anno i fondi a disposizione.
La notizia ha generato una reazione immediata. Imprese e sindacati hanno espresso sgomento e rabbia, definendo il taglio come un “inaccettabile fulmine a ciel sereno”.
Sul fronte politico, il ministro Adolfo Urso rassicura che si lavorerà per sostenere il settore: “Siamo impegnati a garantire che la filiera dell'automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione”, afferma, assicurando che le risorse saranno orientate verso gli investimenti produttivi, con una particolare attenzione alla componentistica.
A livello istituzionale, la Confindustria spinge per una strategia di lungo termine, chiedendo interventi mirati e strutturali. Alla vigilia dell’incontro con il Consiglio regionale del Piemonte e con il governo, il leader Emanuele Orsini ha dichiarato: “Stiamo interloquendo. Abbiamo fatto delle proposte che guardano tutte alla crescita e agli investimenti”, riferendosi a misure come l’Ires premiale e la semplificazione dell’accesso ai fondi dell’Industria 5.0 del Pnrr.
Industria automotive italiana
La tensione resta alta, soprattutto tra i sindacati. Fim, Fiom e Uilm hanno preso posizione attraverso i segretari Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, i quali hanno ricordato la recente mobilitazione di 20.000 lavoratori in sciopero a Roma: “Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta”.
Anche Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, commenta il provvedimento, sottolineando l’impegno del governo verso una manovra che favorisca i ceti medi e prosegua nel taglio del cuneo fiscale.
Mentre Forza Italia parla di una “manovra seria e rigorosa”, altre associazioni, come l’Anfia, esprimono preoccupazione: “Il taglio alle già scarse risorse stanziate contraddice in modo clamoroso l'importante attività che il governo sta svolgendo in Europa a favore del settore”, afferma l’associazione, auspicando che venga fortemente ridotto il taglio.
Il futuro del Fondo Automotive è quindi incerto, ma le voci delle parti coinvolte si faranno sentire in audizione il 4 novembre per sindacati e il 13 novembre per le associazioni d’impresa, nel tentativo di riportare il fondo a livelli adeguati e sostenere una filiera che rappresenta una delle punte di diamante del Made in Italy.
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