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Persone che hanno fatto la storia

Ada Gobetti Marchesini, promotrice dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia

L'Università della Terza Età di Chivasso le dedicherà un progetto nell'anno accademico 2023/24

Ada Gobetti Marchesini

Ada Gobetti Marchesini

L’Università della Terza età di Chivasso, in collaborazione con le scuole secondarie di secondo grado del territorio, ha avviato a partire dal 2016 alcuni progetti per presentare, sia agli studenti, sia agli adulti, il percorso di vita, di lavoro, artistico e culturale di una serie di figure di rilievo del Novecento.

Dopo aver analizzato Primo Levi, Cesare Pavese, Adriano Olivetti e Beppe Fenoglio, quest’anno l’attività verte su Carlo Levi. Per il prossimo anno scolastico e accademico, la figura presa in esame sarà Ada Prospero, più nota con i cognomi acquisiti dai due consorti: Gobetti Marchesini.

Nacque a Torino il 23 luglio 1902, figlia unica di Giacomo, commerciante di prodotti alimentari originario del Canton Ticino, e di Olimpia Biacchi. Mentre frequentava le scuole elementari alla Pacchiotti fu avviata allo studio del pianoforte.

Iscritta al Liceo Classico Cavour, a sedici anni iniziò a collaborare alla rivista Energie nove, fondata insieme a Piero Gobetti. Continuarono a condividere i loro ideali con la fondazione, nel 1922, della rivista La rivoluzione liberale, soppressa dal regime fascista nel 1925, e de Il Baretti, il suo supplemento letterario. I due convolarono a nozze l’11 gennaio 1923. Il 28 dicembre 1925 nacque il loro figlio Paolo. Ma il 16 febbraio 1926 Piero Gobetti morì a Parigi dove aveva riparato per sfuggire alle persecuzioni del regime, a causa di problemi di salute aggravati da alcune aggressioni squadriste che lo debilitarono.

Con la fine del legame affettivo e culturale con Piero, a soli 24 anni di età Ada iniziò una nuova fase della propria esistenza. Si era laureata in Lettere e filosofia all’Università di Torino già nel 1925; nel 1928 vinse il concorso a cattedra e iniziò ad insegnare Lingua e letteratura inglese a Bra e a Savigliano.

Nel 1936 si trasferì al Ginnasio Cesare Balbo. In quegli anni rinsaldò l’amicizia con Benedetto Croce che conobbe durante il suo viaggio di nozze e che divenne il suo sostegno morale ed intellettuale. La loro corrispondenza durò fino alla morte del filosofo e fu su suo suggerimento che Ada riprese gli studi ed il lavoro di traduttrice di testi di autori anglosassoni, tra cui James Boswell, Henry Fielding, Charles Dickens, Archibald J. Cronin, Eugen G. O’Neill, John Galsworthy.

Su iniziativa di Croce, nel 1937 tradusse Storia d'Europa di A.H.L. Fisher, mentre nel 1938 pubblicò per i tipi di Frassinelli la traduzione de I loro occhi guardavano Dio, di Zora Neale Hurston. Nel 1937 sposò Ettore Marchesini, tecnico dell’EIAR che illustrò il suo primo romanzo allegorico per bambini, Storia del gallo Sebastiano, uscito per Garzanti nel 1940. Nel 1942 uscì per Laterza Alessandro Pope e il razionalismo inglese, a completamento del lavoro avviato con la sua tesi di laurea.

L’intensa attività intellettuale procedette di pari passo con l’impegno politico.

Nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d’Azione. Dopo l’8 settembre 1943, entrò a far parte dei gruppi partigiani della Valle di Susa dove già era attivo il figlio Paolo, mantenne i contatti con il comando militare delle formazioni di Giustizia e Libertà e arrivò a ricoprire il ruolo di commissario politico della IV Divisione GL Stellina, sino a conseguire il grado di maggiore. La sua esperienza nella resistenza la raccontò in Diario partigiano, pubblicato nel 1956 per Einaudi. Sempre nel 1943, maturata la convinzione che le organizzazioni femminili, indipendenti dai partiti, fossero la cinghia di trasmissione della conquista dei diritti, fondò i Gruppi di difesa della donna insieme a Maria Bronzo Negarville, Anna Rosa Gallesio, Irma Zampini, Frida Malan, Silvia Pons, Bianca Guidetti Serra e Medea Molinari.

Terminato il secondo conflitto mondiale, venne insignita della medaglia d’argento al valor militare e fu nominata vicesindaco di Torino; ricoprì l’incarico sino alle elezioni del 1946, occupandosi di istruzione e di assistenza. Promosse l’attività dell’Ente Comunale di assistenza e fondò, con l’appoggio di Frida Malan e di Alessandro Galante Garrone, l’Associazione per l’igiene e l’educazione matrimoniale e prematrimoniale.

Nel 1945 contribuì alla fondazione a Parigi della Federazione internazionale democratica delle donne; dall’esperienza dei Gruppi di difesa della donna, nacque l’Unione donne italiane di cui Ada, nel 1946, divenne presidente della sezione torinese, riprendendo le battaglie già avviate con i GDD perché «tutte potete partecipare alle battaglie che oggi in Italia si combattono in ogni campo per imporre il rispetto e l’applicazione della Costituzione. Affermando l’uguaglianza di tutti i cittadini senza nessuna distinzione, la nostra Costituzione garantisce implicitamente quelle che sono le vostre esigenze fondamentali: il diritto al lavoro e il diritto all’amore».

Sempre nel dopoguerra, Ada iniziò a interessarsi delle problematiche educative dei giovani e del ruolo genitoriale attraverso i propri scritti.

Le rubriche su L’Unità, Paese sera, Noi donne, Pioniere (sotto la direzione di Dina Rinaldi e di Gianni Rodari) volgevano lo sguardo verso il mondo dell’infanzia e della scuola, alla luce dell’esperienza di insegnante e senza tralasciare la difesa dei diritti delle donne.

Nel 1953 pubblicò un libro per l'infanzia, Cinque bambini e tre mondi. Dal 1953 al 1955 diresse, a fianco di Dina Bertoni Jovine, la rivista Educazione democratica che rappresentava una palestra di confronto e di aperta discussione per tutti coloro i quali si occupavano di educazione con l’obiettivo di creare una vera comunità educante.

Nel 1955 entrò nella redazione della rivista Riforma della scuola. Nel 1958, maturata la convinzione che scuola e famiglia dovessero costruire un’alleanza educativa utile a favorire la formazione della coscienza civile e morale del futuro cittadino democratico e che l’educazione del bambino non dovesse essere un’esclusiva competenza degli insegnanti, pubblicò Non lasciamoli soli. Consigli ai genitori per l’educazione dei figli.

Nel 1959 fondò e diresse fino alla sua morte la rivista Il giornale dei genitori.

Ada riteneva la famiglia quale nucleo di socialità e il luogo di apprendimento nelle prime fasi evolutive della vita del bambino; la rivista rappresentava «uno strumento di lavoro che permetta loro di affrontare da sé i problemi», per aiutare i genitori nell’educazione dei figli e coinvolgeva figure di primo piano appartenenti al modo della pedagogia e dell’educazione, ma anche intellettuali capaci di inquadrare in un contesto ampio il tema dell’educazione. Tra questi Dina Bertoni Jovine, Lucio Lombardo Radice, Luciana Nissim Momigliano, Loris Malaguzzi, Goffredo Fofi, Grazia Honegger Fresco, Gianni Rodari, Alessandro Galante Garrone, Bianca Guidetti Serra, Renata Viganò.

Attraverso una rubrica del Giornale diffuse, in collaborazione con la Lega Italiana di igiene e profilassi mentale, la traduzione delle Lettere di Pietro il Pellicano, pubblicate da Benjamin Spock per conto dell’Associazione per l’igiene mentale della Louisiana che riproponevano consigli utili ai genitori per la salute mentale dei primi cinque anni di vita del bambino. Nei primi anni Sessanta, Ada Prospero offrì la sua collaborazione e consulenza a diversi comuni per lo sviluppo di nuove politiche scolastiche ed educative.

Collaborò con il Comune di Bologna nella gestione delle scuole per la prima infanzia e fu tra i promotori del Febbraio pedagogico bolognese, la cui prima edizioni si svolse nel febbraio 1962 nella città felsinea: per circa un mese si tennero momenti di incontro e dibattiti sui problemi fondamentali della pedagogia e della metodologia didattica, ma anche su questioni pratiche quali la carenza di strutture scolastiche. Sullo stesso modello prese corpo il Settembre pedagogico torinese.

Nel 1961, insieme al figlio Paolo e alla nuora Carla Nosenzo e con il supporto di un comitato promotore in cui figuravano Norberto Bobbio, Giorgio Agosti, Franco Antonicelli, Alessandro Galante Garrone, Aldo Garosci, Franco Venturi e Alessandro Passerin d’Entrèves, fondò a Torino nella casa di via Fabro il Centro studi Piero Gobetti.

Nel 1967 scrisse il libro di testo Vivere insieme. Corso di educazione civica per le scuole medie e secondarie inferiori. La morte la colse il 14 marzo 1968 nella sua casa di Reaglie e fu sepolta nel cimitero di Sassi a Torino. Il Giornale dei Genitori le dedicò un numero monografico con il ricordo delle persone che l’avevano conosciuta e stimata.

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