Una vita a tutta velocità per Pietro Giugler. E’ di Montestrutto, frazione di Settimo Vittone, questo ex pilota della classe 1943 che ha scritto un importante pezzo di storia del motociclismo di velocità in salita e su circuito. Giugler, negli anni Settanta, è stato un vero e proprio idolo per molti ragazzini, grazie agli innumerevoli successi colti sia in campo tricolore sia a livello internazionale. Spinto verso le due ruote dalla passione per i motori, Pietro ha iniziato a gareggiare all’Aosta-Pila nel 1966, a 23 anni d’età, e per 13 stagioni si è tolto diverse soddisfazioni. Per diversi anni ha corso nel team dei fratelli Piercarlo e Vincenzo Borri, due ottimi piloti e preparatori del Moto Club Chivasso conosciuti proprio alla sua prima gara, conquistando con la Aermacchi 250 nel 1971 e nel 1972 il titolo di campione italiano velocità in salita. Non si tratta degli unici allori della carriera di Pietro, approdato negli anni seguenti al Team Torrigiani Goldoni. Infatti, il pilota piemontese vince il tricolore del 1975 in sella alla Suzuki 250 e si conferma in vetta all’Italia sia nel 1976 sia nel 1977 con la Suzuki 500 della scuderia toscana. Queste prestigiose vittorie gli aprono le porte del palcoscenico internazionale, con Giugler che ottiene un secondo posto nel Campionato Europeo velocità in salita del 1978 e si laurea campione continentale nel 1979. Austria, Belgio, Francia, Spagna e Svizzera, l’eporediese viaggia per tutta Europa vincendo diverse gare. Il trionfo europeo, però, coincide con il suo canto del cigno, visto che nel medesimo anno Pietro abbandona le corse anteponendo loro il lavoro e la famiglia. C’è ancora spazio per i ricordi. Colori intensi, ai quali restano legate emozioni indelebili, le prime vittorie, la prima volta in Europa. Dominatore dal 1972 al 1977 della Tresenda-Teglio, per anni ha staccato la spina con il motociclismo, ma con il passare delle primavere si è riavvicinato, riabbracciando vecchi amici e campioni del passato. La sua carriera è stata piena di successi, molti dei quali rimasti indelebili nel cuore, e rinverdirli ha sempre un valore particolare.
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