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01 Dicembre 2014 - 00:01
Lorenzo Balducci
L’annata appena conclusa è stata la prima in gare ufficiali, e Lorenzo Balducci ha dimostrato di avere la stoffa del campione vero. Classe 1991, al suo primissimo anno da corridore conserva già tre titoli in bacheca e meravigliato gli addetti ai lavori. Il Team Sabbionere Rivarolo, una delle squadre più importanti del Canavese, non ha nessuna intenzione di lasciarselo scappare tant’è che le miriadi di richieste pervenute in sede per accaparrarsi il talentuoso ciclista volpianese sono state rispedite al mittente. Una passione sbocciata sin da piccolo e coltivata grazie a nonno Cesare, ex ciclista amatoriale. Tre anni fa il primo approccio in mountain-bike. A fine 2012, invece, in sella alla sua prima bici da corsa. Di lì in poi lo strappo decisivo verso il mondo del ciclismo, con le mani incollate al manubrio e la testa rivolta al traguardo. Balducci si allena duramente tra le valli piemontesi, pedalando verso la prima gara competitiva un anno più tardi: è il 29 marzo 2014, e in programma c’è il Gran Premio Buttigliera d’Asti. L’esordio di Lorenzo è bagnato dal successo: settima posizione assoluta e primo nella categoria cadetti. Una settimana dopo, l’opportunità di bissare l‘ottima prova della prima corsa, ma il risultato è ancor più strabiliante. Per il più giovane corridore del Team Sabbionere è già tempo di salire sul gradino più alto del podio. Alla Favriasca è primo assoluto. Nel mese di maggio trionfa al Giro del Canavese (cinque tappe), vince l’ambita maglia rosa ed entra prepotentemente nell’élite dei giovani ciclisti più talentuosi di tutto il Piemonte. In piena estate, invece, nella faticosa corsa di Fiano arriva secondo dietro suo fratello Aldo, così come al Gran Premio di San Francesco. Ancora una medaglia d’argento prima del 13 settembre, quando il gioiellino del Team Sabbionere ritorna nella città dove ha trionfato per la prima volta laureandosi campione al campionato provinciale Buttigliera d’Asti.
Lorenzo sogna di tagliare il traguardo alla Gran Fondo Fausto Coppi e riconfermarsi al Giro del Canavese. Per una giovane storia sportiva perseguita dalla sola grande passione e da quel talento tenuto nascosto per troppo tempo. Un quadro perfetto, con il mito di Marco Pantani sullo sfondo.
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