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Amerigo Vespucci: orgoglio italiano

Amerigo Vespucci nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia navale di Livorno, varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, nel golfo di Napoli

Non chi comincia ma quel che persevera.

Costruita come nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia navale di Livorno, l’Amerigo Vespucci venne varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, nel golfo di Napoli, per poi partire il 2 luglio alla volta di Genova e qui ricevere, il 15 ottobre, la bandiera di combattimento nelle mani del suo primo comandante, Augusto Radicati di Marmorito. Il suo compito era quello di affiancare la gemella Cristoforo Colombo nell’attività di addestramento dei militari: per questo entrambe vennero inquadrate nella Divisione Navi Scuola insieme a un’altra imbarcazione minore e inviate a compiere crociere addestrative nel Mediterraneo e nell’Atlantico.

In forza alla Marina durante la Seconda guerra mondiale, al termine del conflitto la Vespucci rimase sola perché la Colombo dovette essere ceduta, insieme ad altre unità, all’URSS come parziale risarcimento danni. Dal dopoguerra in poi, pur restando in servizio con compiti di addestramento, è stata destinata a ricoprire il ruolo di “ambasciatrice sul mare” dell’arte, della cultura e dell’ingegneria italiana.

E in questa veste si è presentata in diversi porti internazionali in occasione di eventi sportivi  durante le Olimpiadi di Roma del 1960, ad esempio, ha trasportato via mare la fiamma olimpica dal Pireo a Siracusa, e commemorazioni. Attualmente l’Amerigo Vespucci - forte di 26 vele in tela olona e 3.410 tonnellate di stazza lorde per una lunghezza totale di 101 m. per 15,5 di larghezza - è la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio.

L’equipaggio è composto da 14 ufficiali, 72 sottufficiali e 190 sottocapi e comuni, cui si aggiungono nei mesi estivi gli allievi del primo anno di corso dell’Accademia livornese, per un totale di circa 470 persone.

Il suo motto, ufficializzato nel 1978, è: “Non chi comincia ma quel che persevera», parole che hanno soppiantato le precedenti “Per la Patria e per il Re” e “Saldi nella furia dei venti e degli eventi”.

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