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Ultramaratona

“The Coach”: le incredibili imprese del chivassese nato per correre

Dal 2007 ad oggi ha disputato oltre 100 gare tra maratone, trail e ultra vivendo emozioni uniche

Fabrizio Cardamone

Fabrizio Cardamone è conosciuto da tutti come "The Coach"

Un passo regolare e costante, concentrazione sempre al massimo e una determinazione ferrea. Sono queste le caratteristiche di ogni corridore che si rispetti e non ne fa assolutamente difetto Fabrizio Cardamone. In tantissimi lo conoscono a Chivasso, la sua città, per il sorriso e i modi gentili, ma soprattutto lo vedono correre con qualsiasi condizione climatica: non ci sono grandinate o nevicate che tengano.
Fabrizio Cardamone Trail

Il runner di Chivasso con la maglia del Trail delle Colline

Un’autentica icona sportiva chivassese, celebrata non a dovere. A 58 anni d’età, Fabrizio ha infatti disputato la bellezza di 11 maratone, tra cui quella celebre di New York nel 2011, e ben 48 tra ultratrail, gare di endurance e ultramaratone. Se non un record, poco ci manca.
Avvicinatosi in tenera età al calcio, come tantissimi bambini di tutto il mondo, con il passare degli anni si è dedicato a tennis e pallacanestro, senza mai mettere in secondo piano la sua passione per la corsa, alimentata con sgambate quasi quotidiane al Parco Mauriziano. E’ qui che ha conosciuto altri ragazzi e insieme hanno deciso nel 2007 di iniziare a correre su strada, prendendo parte prima a gare sulla distanza dei 10 chilometri e successivamente a mezze maratone e maratone.
Fabrizio Cardamone Mario Fatibene Fabrizio Gaglio

Fabrizio Cardamone con Mario Fatibene e Fabrizio Gaglio alla Stramandriamo

Gara dopo gara, l’asfalto macinato sotto i piedi ha iniziato a stufare il maratoneta chivassese, che nel 2012 insieme ad un amico ha incominciato a partecipare a gare di trail running, seguendo le orme di atleti del calibro di Mauro Saroglia, uno dei pionieri di questa disciplina sportiva in Italia, Paolo Vettori e Mario Fatibene. Sentieri sconnessi, lunghe salite e discese, può capitare davvero di tutto, dalle vesciche al mal di stomaco: vietato distrarsi nemmeno per un passo.
Sono un umile corridore, con due figli (Federico e Cecilia), una famiglia e un lavoro. Correre è una scuola di vita, mi dà adrenalina e mi fa stare bene: è come una droga. I sentieri di Castagneto Po sono la mia palestra, dove ho imparato a saper soffrire e a gestire gli imprevisti, ma anche a tenere duro nei momenti difficili, quando vengono a mancare le forze. Correre una maratona è sicuramente una bella sensazione, ma tagliare il traguardo di una gara ultra è qualcosa di impagabile: negli ultimi 100 metri sono concentrate la fatica, la resilienza e tutti i sacrifici per arrivare preparati a queste autentiche sfide con sé stessi”.
Fabrizio Cardamone trail

Il chivassesse impegnato in gara in un contesto naturalistico mozzafiato

Quello che fa Fabrizio Cardamone è davvero qualcosa di eccezionale: correre ogni anno quasi 3mila chilometri, con ben 60mila metri di dislivello. E a rendere tutto ancora più complicato, il farlo quasi sempre in solitaria. “La solitudine è un brutto cliente da combattere, ma ti forgia il carattere e lo spirito. Il fattore determinante in questa disciplina è l’esperienza, impari conoscerti e a gestirti, a lottare e sconfiggere la sofferenza fisica, ma quando il cervello stacca la spina e dice basta c’è poco da fare. Quando però riesci a ripartire e portare a termine comunque la gara, la soddisfazione in questi casi è ancora più grande”.
I motivi per avvicinarsi al mondo delle ultra sono tanti secondo l’instancabile runner chivassese: “I trail sono gare immerse nella natura, con paesaggi mozzafiato. Certo ci sono i cancelli orari e bisogna prestare molta attenzione ai segnali per non perdersi, quindi non ci si può godere appieno un bel panorama o un tramonto da favola, ma correre di giorno e anche di notte regala spettacoli unici e belle emozioni, che ti aiutano anche nella vita di tutti i giorni. Sono felice di essere stato da esempio per tante persone a Chivasso, penso a Willer Dellamula, Beppe Angelicchio, Fabrizio Gaglio e Valeria Marasco. Con alcuni di loro nel 2020 abbiamo dato vita ad un'impresa straordinaria: raggiungere Noli partendo da Chivasso, per un totale di 180 chilometri. È stata un'esperienza memorabile”.
Fabrizio Cardamone Chivasso-Noli

I protagonisti della Chivasso-Noli, impresa compiuta nel 2020

Ogni gara accresce il bagaglio di Fabrizio in termini d’esperienza, ma sono sempre le emozioni vissute a fare la differenza: “C’è stato un periodo in cui insieme al mio amico Roberto Pisanelli ho fatto parte dei Running Angels, un gruppo di corridori che partecipava a gare accompagnando sulle Kbike ragazzi con disabilità: è stata un’esperienza molto toccante vedere questi ragazzi così contenti. Davvero qualcosa di unico e speciale”.
Fabrizio Cardamone Luigi Sinisi

Fabrizio Cardamone e Luigi Sinisi all'Asolo 100 km

Le ultra sono alla portata di tutti, ma non sono per tutti. Bisogna allenarsi e prepararsi con meticolosità, ma anche essere forti mentalmente: “E' molto importante idratarsi e mangiare, soprattutto quando corri per quasi 13 ore consecutive come è accaduto lo scorso 12 ottobre alla Torino-Saint Vincent, gara conosciuta come la “100 km delle Alpi” che ho chiuso in 12h50’, o addirittura prendi parte alle 100 miglia, come mi è capitato un paio di volte in questi anni: ho impiegato 42 ore a portare a termine i 170 chilometri del percorso, trascorrendo due notti all’aperto in mezzo alla montagna. Di giorno è tutto più sopportabile, quando inizia a calare il buio è dura: sei stanco, da solo, hai freddo e fame, devi avere una bella forza mentale per andare avanti e non mollare. Tutto, però, assume un significato diverso negli ultimi 100 metri che ti separano dal traguardo: capisci che ha un senso, che le emozioni provate sono uniche, fa tutto parte del tuo vissuto. Ho i brividi solo a parlarne e ho scritto una poesia per mettere su carta che cosa si prova in quegli istanti e farlo rivivere alle altre persone”.
Questa la poesia a firma “The Coach”, il soprannome con cui tutti conoscono Fabrizio:
“Gli ultimi 100 metri
sono solo per pochi
non c’è in natura nulla di simile
sono l’essenza di ciò che abbiamo
fatto ore prima, sudato, faticato
stretto i denti, avuto pazienza
l’essere concentrati
TUTTO in quei ineguagliabili
100 metri”
Fabrizio Cardamone Lorella Piunti

Una bellissima immagine di Fabrizio Cardamone insieme alla compagna Lorella Piunti

In Italia ci sono bellissime gare e lo sportivo chivassese ne ha affrontate parecchie: dal Lavaredo Ultra Trail alla 100 km del Passatore da Firenze a Faenza, dal Morenic Trail (completato per ben 7 volte) all’Asolo 100 km (fatta con Luigi Sinisi), senza dimenticare il Trail di Marettimo nelle isole Egadi. Fabrizio ha gareggiato alcune volte anche all’estero: 100 miglia dell’Istria in Croazia, la gara più bella a cui ha partecipato insieme ad Enrico Romano e Piercarlo Forneris, con oltre 6000 metri di dislivello, ma anche Trail Des Allobroges e Raid du Queyras in Francia.
Ma il tempo per le nuove sfide non è assolutamente finito, anzi: “L'obiettivo principale per la stagione 2025 è portare a termine la Ovada-Sanremo di 170 chilometri. Dal 2007 ad oggi tra strada e trail ho superato le 100 gare, ma il mio obiettivo è arrivare a 60 ultra certificate sul portale internazionale DUV, che sta per Deutsche Ultramarathon Vereinigung. In queste manifestazioni quando arrivi alla fine, indipendentemente dal piazzamento, tutti ti applaudono, ti incitano: è gratificante e appagante. Ora mi sto allenando insieme alla mia compagna Lorella Piunti per la Maratona di Torino dell’1 dicembre: è la sua prima maratona e il nostro obiettivo è farla e finirla. La serenità per affrontare un’ultra passa anche da lei, devi avere la testa sgombra e libera per dare il meglio in gara. Questi sono autentici viaggi con te stesso, con le tue paure e le incognite, ma anche con l’immensa soddisfazione che una competizione del genere ti da. Un dialogo interiore continuo che dura per sempre”.
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