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Ciclismo

Franco Balmamion tra le leggende del ciclismo

Il campione canavesano entra nella Hall of Fame del Giro d'Italia insieme a Giuseppe Saronni

Franco Balmamion con il Trofeo Senza Fine (FOTO LAPRESSE)

Franco Balmamion ha ricevuto a Trento il Trofeo Senza Fine (FOTO LAPRESSE)

Franco Balmamion e Giuseppe Saronni sono entrati a far parte della Hall of Fame del Giro d’Italia. I due campioni hanno ricevuto a Trento, in occasione de Il Festival dello Sport, il Trofeo Senza Fine, destinato ai vincitori della Corsa Rosa dall'edizione 2000 in poi. Vincitori per due volte a testa del Giro d'Italia, hanno ricevuto il meritato riconoscimento in virtù delle epiche pagine che entrambi hanno scritto nel corso delle loro carriere sulle strade della Corsa Rosa.

Franco Balmamion e Giuseppe Saronni (FOTO LAPRESSE)

Franco Balmamion e Giuseppe Saronni entrano nella Hall of Fame del Giro d'Italia (FOTO LAPRESSE)

Soprannominato “L’Aquila del Canavese”, Balmamion è stato un campione precoce, capace di vincere il Giro d’Italia al secondo anno da professionista (1962) e di ripetersi nell’edizione successiva (1963). Franco Balmamion ha incarnato alla perfezione la figura del regolarista, forte sia in salita che a cronometro, ma senza spunto veloce. Nelle sue dodici partecipazioni alla Corsa Rosa non ha conquistato successi di tappa pur piazzandosi nuovamente sul podio finale nel 1967, quando chiuse alle spalle di Felice Gimondi. Classe 1940, Balmamion è il più anziano vincitore vivente del Giro d’Italia.

Un emozionatissimo Balmamion ha commentato così: "E' un enorme piacere per me ricevere questo riconoscimento in un'occasione importante come questa. Sono sempre stato un regolarista, a posteriori mi dispiace non essere riuscito a vincere tappe anche se mi sono spesso confrontato con rivali più veloci di me. Era un altro ciclismo, all'epoca curavo soprattutto la classifica. C'erano tantissimi campioni. Penso ad Arnaldo Pambianco, Ercole Baldini, Gastone Nencini e Gianni Motta, con il quale ho condiviso il Giro in squadra nel 1966. Il nostro rivale principale, e il corridore che ho ammirato di più, è stato Jacques Anquetil, che un giorno è venuto a casa mia a farsi la doccia dopo una corsa. Mi hanno definito riflessivo, conscienzioso e altruista. Io mi sono sempre comportato come mi hanno insegnato e sono contento di quello che ho fatto nella mia vita".

Franco Balmamion e Giuseppe Saronni Trento (FOTOLAPRESSE)

La cerimonia organizzata a Trento in occasione de Il Festival dello Sport organizzato da La Gazzetta dello Sport

Al suo fianco Saronni: "C'è sempre un filo doppio che mi lega a Francesco Moser. Essere premiato qui a Trento lo dimostra. La nostra rivalità ha incendiato l'Italia, quando ci sfidavamo sulle strade c'erano tantissimi tifosi e nei bar si discuteva non solo di calcio ma anche e soprattutto di ciclismo. Penso sia la cosa più bella che abbiamo fatto. La vittoria a cui sono più legato delle 24 ottenute è la tappa Cuneo-Pinerolo del 1982, in cui ho battuto un grande come Bernard Hinault, perché ero in una condizione eccellente e ha dato il via ad una serie di vittorie, tra cui il Giro di Svizzera, il Mondiale, Il Lombardia e la Milano-Sanremo, culminate con il secondo trionfo al Giro nel 1983. Da tempo desideravo questo Trofeo, adesso me lo posso portare a casa e lo potrò ammirare tutti i giorni".

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