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Pietro Bagnaia, papà di Pecco: “Nessuna scazzottata ad Assen!”

Il padre del campione del mondo e il Pecco Fan Club smentiscono la notizia riportata da alcuni media olandesi: "Non esiste proprio che tifosi di Pecco abbiano pass Ducati per accedere al circuito di gara. Chiunque sia mai venuto con noi, s’è sempre comprato il biglietto della gara"

Chivasso

Pietro Bagnaia abbraccia il figlio Francesco al termine di una gara

“Non c’è stata nessuna scazzottata che abbia coinvolto persone a noi vicine”.

E’ arrabbiato e amareggiato, Pietro Bagnaia, chivassese e padre del campione del mondo della MotoGp Francesco Pecco Bagnaia, nel leggere la notizia riportata da alcuni siti di informazione locale olandesi e ripresi in Italia dal quotidiano Repubblica e, successivamente, dal nostro giornale. 

Tifoso di Bagnaia troppo caldo, ad Assen finisce a pugni”.

Secondo la stampa locale, sabato scorso sul circuito olandese di Assen, dove Pecco ha ottenuto un’altra vittoria che l’ha portato a 34 punti (1°) nella classifica del motomondiale, al termine della gara un gruppo di supporter di Pecco avrebbe superato le barriere per andare a complimentarsi con il pilota della Ducati che stava rientrando ai box: fermati da un “marshall”, un tifoso, particolarmente eccitato e su di giri, avrebbe colpito l’addetto con un pugno.

Smentisce tutto il papà di Pecco, così come smentiscono quanto riportato dai media orange i ragazzi del Fan Club.

Nessuna scazzottata, nessuno di coloro che avevano accesso al Paddock del circuito di Assen protagonista di un episodio così brutto, così fuori dalle abitudini e dall’educazione di questi ragazzi sempre al seguito del loro campione.

Ho appreso di quanto sarebbe successo leggendo l’articolo pubblicato online da Repubblica, che ha ripreso un giornale olandese che non conosco ma che ha usato il nome mio e quello di mia moglie - spiega al telefono Pietro Bagnaia, infastidito da simili notizie -. Attribuire quello che sarebbe successo, ammesso che sia accaduto davvero, alla mia famiglia, alla Ducati, agli amici di Pecco e ai ragazzi del Fan Club è gravissimo perché è assolutamente falso che qualcuno di noi sia stato coinvolto in un fatto così grave”.

Pietro Bagnaia non ha una spiegazione del perché sia stata riportata dai media olandesi una simile notizia - dove peraltro vengono “tirate le orecchie” agli italiani - ma è amareggiato perché - dice - “non esiste proprio che tifosi di Pecco abbiano pass Ducati per accedere al circuito di gara. Chiunque sia mai venuto con noi, s’è sempre comprato il biglietto della gara: anche perché, lo dico da appassionato, un conto è vederla dagli spalti, un altro essere in zona box dove al più capita di veder passare i piloti rapidamente o i meccanici lavorare. Chi è appassionato sta sugli spalti e gli amici che sono venuti a vedere i vari Gran Premi ci hanno sempre raggiunti dopo, quando magari ci ritroviamo a cena una volta finita la gara. Questa è una regola ferrea che noi abbiamo sempre rispettato”.

All’interno dei paddock bisogna comportarsi in un certo modo - spiega ancora Pietro Bagnaia -, rispettare i piloti e il lavoro dei team. Come si può pensare di concedere pass a tifosi che magari si fanno prendere dall’entusiasmo e non stanno al loro posto o non sanno come comportarsi? Ecco, questo è un rischio che noi non abbiamo mai voluto correre.

Gli unici che hanno accesso sono i ragazzi del Fan Club, che montano la loro tenda, espongono i gadget di Pecco, fanno la loro parte ma sempre nel rispetto dei ruoli di tutti”.

Mi spiace che ci abbiano attribuito azioni che non sono nostre, noi non porteremmo mai ‘teste calde’ all’interno di un circuito della MotoGp - conclude Pietro Bagnaia -. Prendiamo atto di ciò che è stato scritto e resta l’amarezza, alla mia famiglia e alla grande famiglia Ducati, per il fatto che siamo stati accostati a qualcosa che non è vero”.

Anche i ragazzi del Fan Club ci tengono a smentire quanto è stato riportato dai media olandesi: “Non è successo nulla che riguardasse i tifosi di Pecco - spiegano dal Fan Club del campione del mondo -. Non sono stati coinvolti suoi tifosi, nessuno di noi del Fan Club né tantomeno i suoi famigliari. Se è successo qualcosa, non riguardava il tifo organizzato di Pecco”.

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