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I segreti della favola Unisport: "Vent'anni fa non c'era neanche un ragazzo, oggi riempiamo il Palazzetto dello Sport"

Dopo undici vittorie consecutive in campionato - un record - Andrea Cappellino, ds della squadra di pallacanestro, ripercorre una storia lunga vent'anni

Cavagnolo

L'Unisport Cavagnolo va a canestro

Cavagnolo sta vivendo una favola.

Cos’è una favola se non un destino piegato per raggiungere risultati insperati.

A Cavagnolo da settimane, anzi mesi, ha preso corpo una favola che nessuno si aspettava, una favola fatta di sogni che si mischiano a gocce di sudore che bagnano il parquet. Di urla e di gioia, di sacrifici e passione.

E il venerdì sera più di 400 persone si danno appuntamento al Palazzetto dello Sport per viverla, respirarla, toccarla e gridarla, tutti insieme, questa favola, che ha unito e unisce l'intero paese.

La favola ha un nome preciso: Unisport Cavagnolo Basket.

L’Unisport è una polisportiva che si occupa di basket, pallavolo, judo e calcetto. La sede è all'interno del Palazzetto, di cui ne ha la gestione.

Ma andiamo indietro, dove tutto iniziò in tempi non sospetti, quando erano i sogni a governare la passione, quando non c'era nulla ma solo un'idea e tanta voglia.

E per farlo, abbiamo incontrato chi quel sogno è stato capace di immaginarlo, colui che a Cavagnolo ha fondato la sezione basket della Unisport.

Andrea Cappellino direttore sportivo dell'Unisport Cavagnolo

Andavo ad allenare un gruppo di ragazzi a Verrua Savoia”, ci racconta Andrea Cappellino, oggi Direttore Sportivo della squadra di basket, l'uomo che più di vent'anni fa fu capace di avere quell'idea, quel sogno.
A Cavagnolo non c'era nulla, nemmeno una squadra di basket. Poi, come un regalo divino, venne costruito il Palazzetto, fu quella la vera svolta, la scintilla che tutto mise in moto e la storia di Cavagnolo cambiò. Ma non fu semplice. Ricordo che andai dall’allora sindaco Mario Corsato e proposi di fare l’allenatore di basket. E i primi tempi non c’era nemmeno un ragazzo”.

Poi i ragazzini iniziarono ad arrivare al Palazzetto, tutti classe 1993, 1994, 1995, davvero piccoli all’epoca.

E oggi, la squadra di basket è composta proprio da quei ragazzini, anzi bambini, che si presentarono al palazzetto nel 2000.

La società oggi ha la prima squadra più le giovanili under 19, under 18 e under 14. Insomma, dal niente, oggi Cavagnolo ha le basi per restare nel basket nella maniera giusta.

La prima squadra dell'Unisport Cavagnolo disputa il campionato di Serie D

Negli anni quei ragazzi iniziali si sono amalgamati a tal punto che la squadra riuscì a salire dalla Prima Divisione e anche dalla Promozione. Da quest’ultimo campionato la Unisport basket Cavagnolo venne ripescata l'anno scorso.

Perché per accedere al ripescaggio, bisogna far domanda, una procedura che comporta anche una certa spesa economica, e qui Andrea convinse la presidente della Polisportiva Unisport Silvia Sciascia a provarci; la società aveva le giovanili, aveva un impianto che tante altre squadre, anche di serie C, se lo sognano, senza contare che in mano vi era una buonissima squadra che nel campionato precedente aveva vinto i primi 2 turni di playoff, gara1 e gara2, perdendo gara3 non riuscì ad avanzare di categoria.

Edoardo Giovara di Cavagnolo. Il suo ingresso in squadra ha fatto fare un salto di qualità 

Cappellino convinse un giovane cavagnolese che a questa squadra ha fatto letteralmente fare il salto di qualità che le mancava, Edoardo Giovara: se la Unisport fosse stata ripescata dalla Promozione per salire di categoria nella serie D, il ragazzo sarebbe arrivato alla Unisport.

E così accadde, e a settembre l'innesto in squadra di Edoardo, giocatore ex serie A, ha fatto la differenza.

 “A settembre vincemmo il quadrangolare “Dimore e Dintorni” organizzato da me, nel quale disputarono Casale, Trino e Beinasco. Poi iniziò il campionato, vinciamo la prima, la seconda, la terza…siamo alla undicesima vittoria consecutiva, cioè tutte le gare finora disputate. Le dico che in tutto il Piemonte ci saranno 150 squadre, tra Prima Divisione, Promozione, Serie C Silver e Serie C Gold, soltanto Asti in Serie C Silver le ha vinte tutte.”

Andrea Cappellino ci racconta questo exploit fiero ma rimanendo saldamente coi piedi a terra. Tutti in società, ragazzi compresi, non si pongono limiti ormai, ma lavoro e sacrificio, sempre da quello bisogna andare avanti.

E ovviamente le vittorie della prima squadra stanno dando impulso alle giovanili e a tutti i ragazzi del paese.

Questi ragazzi entrano in campo per vincere e, cosa importante, si divertono a giocare, ragazzi che stanno insieme da quei lontani anni 2000, l'inizio del sogno che oggi è diventato favola.

Le giovanili crescono e si riempiono di ragazzi anche grazie a questi successi.

Dopo la partita il campo del palazzetto viene preso d'assalto da tanti ragazzi che vogliono cimentarsi nel basket e se non spegniamo le luci, sarebbe capaci di giocare tutta la notte, tanto è l'entusiasmo attorno alla squadra e grazie alle sue vittorie. Mi creda, non lo dico come un vanto, ci mancherebbe, a volte mi fermo e guardo questi ragazzi giocare, il palazzetto pieno di gente, i risultati che otteniamo, il clima di festa, mi ricordo dei tempi durante i quali a Cavagnolo c'era solo il calcio, e mi viene da piangere dalla gioia”.

Questo è sognare e realizzare i sogni, questo è vivere una favola, bella, sana, entusiasmante come la favola che tutta Cavagnolo sta vivendo, stretta attorno alla propria squadra, stretta attorno ai suoi ragazzi. Tutti o quasi, giovani con un lavoro, che alla sera, nonostante la stanchezza, si ritrovano al palazzetto per gli allenamenti.

La squadra è formata da giocatori con un'età media di 25-26 anni, che poi sono quei bambini che nel 2000, dopo la costruzione del palazzetto, Andrea Cappellino prese in mano per iniziare quest'avventura, certo all'epoca con il solo intento di farli giocare a basket.

La società, con le giovanili, spera anche di trovarsi tra le mani qualche promessa del basket, ed è aperta all'eventualità che qualche ragazzo possa spiccare il volo in categorie più grandi: “l’obiettivo diciamo a medio termine è coprire tutte le categorie delle giovanili, in modo che la prima squadra abbia sempre giovani da far giocare, ma intanto oggi, vinciamo il campionato e poi proviamo a vincerne un altro e così via, e vediamo dove ci porta la passione, il sacrificio e il divertimento, dove riusciamo a spingere questa favola”.

La formazione dell'Unisport Cavagnolo prima di una partita

Queste parole, Andrea Cappellino ce le regala con il sorriso e gli occhi pieni di speranza.

Ma in quegli occhi si scorge tanto lavoro dietro, perché i successi, non arrivano mai dal nulla.

Siamo tentati dal chiedergli il sogno che oggi coltiva, e Cappellino non si tira indietro di certo, lui che partì più di 20 anni fa con un piccolo desiderio di portare il basket a Cavagnolo e che oggi si ritrova una favola tra le mani: “Guardi, il mio piccolo sogno gliel'ho detto prima, coprire tutte le categorie giovanili con gli Under 18, gli Under 15 e Under 13 che ci mancano.

Il Palazzetto dello Sport dove disputa le sue partite l'Unisport Cavagnolo

Il grande sogno oggi è avere a disposizione davanti al Palazzetto dello Sport un campo da basket all'aperto, ché d’estate dentro la struttura fa troppo caldo. E poi all'aperto darebbe l'opportunità d'estate ai ragazzi di allenarsi e trascorrere ore e ore giocando a basket. Mi creda, ne abbiamo bisogno davvero, perché vede, 15 giocatori in un palazzetto hanno all'incirca 5 minuti ciascuno per cimentarsi con il canestro, tiri da 3 e da 2 e terzo tempo, e avere a disposizione un campetto all'aperto, sarebbe proprio ciò che oggi ci manca.

E poi, negli ultimi anni nelle grandi città come Torino, molti giardinetti si sono attrezzati per ospitare campetti da basket, presi d'assalto dai ragazzi di ogni età, e immaginare che possa accadere anche a Cavagnolo, è stupendo oltre che utile”.

Prima di lasciare Cappellino, ci facciamo raccontare qualcosa che lui stesso ci chiede di ascoltare.

Me lo lasci raccontare un aneddoto divertente. Fino all'anno scorso alcune squadre che venivano a giocare qui a Cavagnolo, si chiedevano letteralmente dove si trovasse il paese. Oggi, tutto l'ambiente del basket sa dov’è Cavagnolo, grazie a queste tante vittorie consecutive, inimmaginabili a inizio campionato. Questa cosa ci inorgoglisce molto, mi creda. E ne trova giovamento tutto il paese. Che a noi spesso basta davvero poco per essere felici”.

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