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01 Febbraio 2017 - 17:08
Conor O'Shea
"Competitivi, competitivi, competitivi". Conor O'Shea lo ripete tre volte pensando al debutto del Sei Nazioni di domenica all'Olimpico con il Galles, l'irlandese ne è certo: "Abbiamo una grande responsabilità per il rugby italiano. La nostra sfida è dimostrare a tutti che siamo sulla giusta strada", ha spiegato alla conferenza stampa avvenuta all'Acqua Acetosa dove il coach ha ufficializzato il XV titolare che sfiderà i gallesi.
Confermata l'ossatura del gruppo visto nei test match con ben dieci giocatori titolari confermati rispetto allo storico successo contro il Sudafrica, oltre ad altri tre pronti a fare il proprio ingresso dalla panchina. Confermata integralmente la linea dei trequarti con Padovani estremo, la coppia di ali delle Zebre, Bisegni e Venditti, e il tandem di centri targati Benetton Treviso Benvenuti-McLean, mentre in cabina di regia Carlo Canna in maglia numero 10 ritrova il veterano Edoardo Gori. Inedita la terza linea, con Maxime Mbandà, al debutto nel Torneo, e Abraham Steyn, ad affiancare capitan Sergio Parisse - alla 122esima apparizione internazionale, nono atleta all-time.
In seconda linea torna titolare Biagi in coppia con Fuser, mentre in prima linea, dopo aver saltato per infortunio Sudafrica e Tonga, rientra Lovotti in reparto con Cittadini e Gega. Scelte che spediscono, un po' a sorpresa, in panchina le prime linee Ghiraldini e l'utility back Campagnaro. "Guardo la nostra panchina e penso che abbiamo una buona squadra - precisa O'Shea - le riserve sono importanti quanto i titolari". In 25 incontri con i Dragoni, il bilancio recita due sole vittorie italiane (l'ultima al Flaminio il 10 marzo 2007), un pareggio e 21 affermazioni gallesi.
"Il Galles è una buona squadra con grande profondità e grandi giocatori", recita O'Shea, che domenica esordirà da ct al Sei Nazioni, esattamente 17 anni dopo il suo ultimo match da giocatore nel torneo. Era il 5 febbraio 2017 e l'Inghilterra stravinse 50-18 contro i Verdi: "Ricordo un triste pomeriggio a Twickenham...", sorride oggi. Pensando alla nuova sfida che gli si presenta davanti con l'Italia, O'Shea vede tre 'ere' distinte: "Il breve termine, che per noi è il Sei Nazioni: la nostra sfida è la prestazione, cercare di fare il meglio possibile. Possiamo controllare solo noi stessi. Be the best".
Poi c'è il medio termine della Coppa del Mondo, per conclude con "il lungo termine: il sistema del rugby in Italia". Presentandosi, aveva detto di essere qui per "cambiare il sistema", oggi lo dice con maggiore convinzione: "Il percorso è giusto, Eccellenza, Franchigie, ma c'è molto da cambiare. Ho detto ai giornalisti inglesi di venire in Italia e andare nei club a vedere quanto potenziale importante c'è in Italia, bisogna solo sbloccarlo". "Stiamo cambiando - ha concluso il coach azzurro - il cambiamento è possibile e sarà molto veloce se facciamo le giuste cose. Stiamo mettendo tutti i pezzi del puzzle a posto e questo non è pensabile che venga fatto da un giorno all'altro".
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