E’ il numero uno d’Italia e il suo 2016 comincerà l’11 gennaio in Nuova Zelanda, ad Auckland. Poi rotta su Melbourne per gli Australian Open, primo Slam della prossima stagione al via lunedì 18 gennaio. Da Fabio Fognini, capace nel marzo 2014 di issarsi fino alla 13esima posizione del ranking mondiale, tutti si aspettano tanto: tocca a lui emulare i trionfi del tennis azzurro al femminile. Ha chiuso il 2015 al numero 21 della classifica Atp, ma a 28 anni con il suo talento il ligure di Arma di Taggia può e deve puntare molto più in alto: un posto tra i top ten è alla sua portata. Il prossimo anno sarà importante anche dal punto di vista personale: sposerà Flavia Pennetta. Fabio, anche grazie alla brindisina, sta lavorando su un carattere troppo irruento che in campo talvolta lo tradisce. Quanto è importante la presenza di Flavia al tuo fianco?“E’ più grande di me, è una donna, ha più esperienza del sottoscritto e ha vinto qualcosina… Da lei ho tutto da imparare, quando parla posso solo ascoltare. Mi ha sempre dato dei consigli, anche quando eravamo solo amici. Vivendo il suo trionfo a New York ho visto con i miei occhi che i sogni si possono realizzare, che il lavoro duro, la capacità di non mollare mai, ti porta a risultati inimmaginabili”.Hai provato anche tu a farla desistere dalla decisione di ritirarsi? Da Malagò a Binaghi, per finire a Barazzutti sono tutti in pressing per convincerla ad andare avanti fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro…“No, è una sua scelta e la rispetto. Chiudere in bellezza vincendo un torneo dello Slam è il sogno di tanti. Al momento è così, in futuro non so, mai dire mai. Lo ha dichiarato lei stessa”.Torniamo al caratteraccio: cosa ti scatta in campo?“Sono un istintivo, quando non sono soddisfatto del mio tennis mi incavolo con me stesso. Se da un lato questo carattere mi ha permesso di impormi, dall’altro rischia di condizionarmi negativamente. So bene che è sbagliato discutere, protestare… Anche se ho ragione, è il modo in cui lo dico all’arbitro che mi fa passare dalla parte del torto. Due anni fa a Wimbledon ho pagato tante di quelle multe che praticamente ho giocato il torneo gratis”.Ti hanno definito il Balotelli del tennis italiano. Qual è la cosa che hanno scritto di te che ti ha dato più fastidio?“Ne hanno dette talmente tante che ci vorrebbe un libro… Un po’ colpa mia, ma anche superficialità nel giudicare chi non conosci”.Due finali a Rio e Amburgo, ma nessun titolo. Bilancio del 2015?“Ho chiuso la stagione per la terza volta consecutiva a ridosso dei primi 20. Tuttavia potevo e dovevo fare meglio, soprattutto nei tornei più importanti. Ottavi agli US Open, ma negli altri Slam e nei Masters 1000, a parte il terzo turno a Roma in cui ho sfiorato i quarti contro Berdych, ho perso male almeno 5-6 partite che avrebbero fatto la differenza. Vincendo quelle sarei più avanti nel ranking. Colpa mia, avrei dovuto alzare il livello”.Come ad esempio ti riesce in maglia azzurra. Capitan Barazzutti dice che sei un uomo Davis, un combattente nato.“Quando Corrado mi chiama io sono sempre pronto a dare tutto in campo, so che mi vuole bene e con lui ho un grande feeling. Lui chiama e io rispondo, come è successo in Russia lo scorso settembre dove ho vinto i due singolari e il doppio. Restare nel World Group era troppo importante dopo la semifinale del 2014. E il prossimo anno ci riproveremo, in Coppa Davis mi esalto”.La vittoria più bella del 2015?“Quella a New York contro Nadal rimontandogli due set, dopo che lo avevo già eliminato a Rio e Barcellona. Dicono che Rafa non è più lo stesso, ma intanto ha chiuso la stagione da numero 5. Certo, perde qualche match in più rispetto al passato, ma resta uno dei più forti, batterlo è un’impresa”.Più bella dello storico successo in doppio agli Australian Open in coppia con Simone Bolelli?“Diversa, perché il singolare resta la priorità per entrambi. Vincere un torneo dello Slam 56 anni dopo Pietrangeli e Sirola a Parigi è stata una grande soddisfazione e ci ha permesso di partecipare al Masters di Londra. Giocare con continuità il doppio è impegnativo, ma visti i risultati nel 2016 lo rifaremo”.Djokovic è davvero inavvicinabile?“In questo momento è di un altro pianeta. Federer è l’unico che può batterlo al meglio dei tre set. Nole sta dominando come faceva lo svizzero nei suoi anni migliori. Solo 6 sconfitte e 11 tornei vinti nel 2015 sono la dimostrazione di una superiorità e di una continuità di rendimento pazzesche”.Federer a 34 anni può ancora conquistare uno Slam?“I numeri e le statistiche gli sono contro, ma stiamo parlando di un campione straordinario che ha fatto la storia del tennis. Sinceramente faccio fatica a dire di no, ma contro un Djokovic così, per batterlo tre set su cinque, Roger deve giocare al massimo e sperare che il serbo sia in cattiva giornata”.Il 2016 è alle porte. Obiettivi?“Star bene fisicamente, non aver infortuni è l’aspetto più importante, la chiave di tutto. Non voglio fissarmi traguardi precisi, dico solo che nel 2015 ho sconfitto tre volte Nadal, il prossimo anno devo battere anche gli altri top ten”.
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