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Settimo Torinese
17 Novembre 2022 - 11:27
In foto, i relatori e alcuni partecipanti al convegno organizzato alla biblioteca Archimede
“Stima contro Stigma” è il titolo del convegno che si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 9 novembre presso la biblioteca Archimede.
Dalla sofferenza mentale alla recovery, per riflettere sul tema dello stigma nell’ambito della salute mentale, con la presentazione di una ricerca condotta dal gruppo “Conoscere per migliorare” dell’associazione Insieme, in partenariato con “+Diritti ODV” e Progetto Itaca Torino, sostenuto da Il Bandolo e con il patrocinio della città di Settimo.
L’evento voleva essere un’apertura per coinvolgere la collettività nella battaglia contro lo stigma nell’ambito della salute mentale. Anche se oggi sono stati abbattuti i muri degli ospedali psichiatrici, esistono ancora dei muri invisibili, costruiti dal pregiudizio che può ostacolare il percorso che porta al processo di guarigione. Attraverso 30 interviste a pazienti dei CSM torinesi si è analizzato l’effetto del pregiudizio, che seppur infondato ha come conseguenza l’isolamento del malato e l’incurabilità.
Ma la strada per la recovery c’è e passa da percorsi di consapevolezza, dal contrapporre la conoscenza all’ignoranza, dal comprendere senza necessariamente spiegare, dal parlare, cercare aiuto e non isolarsi. Gli aiuti possono arrivare dalla psicologia, dalla spiritualità, dall’arte e dalla partecipazione che diventano relazione di cura.
Ospite del convegno il regista Gabriele Vacis che ha aperto il suo intervento con il ricordo in difesa di Marco Cavallo, la scultura di legno e cartapesta realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste e divenuta simbolo della rivoluzione basagliana da cinquantanni. Per Vacis anche l’occasione per presentare l’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, da lui creato. Un luogo dove il teatro non è solo intrattenimento o mero spettacolo, ma diventa cura della persona. All’evento ha preso parte anche il gruppo giovanile Se Giova che al termine del convegno ha coinvolto il pubblico in un gioco all’esterno sulle parole che generano o non generano stigma e diversità.
Cathia Zedde
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