Il Fenoglio che si è presentato questa mattina agli occhi di Chiara Appendino è un centro a dir poco sovraccarico di migranti. Gli arrivi impetuosi di queste ultime settimane hanno obbligato il personale della Croce Rossa a mantenere ancora installata la tendopoli per dare accoglienza a tutti, nonostante il freddo inizi a diventare pungente. La situazione è gestita come meglio non si potrebbe, ma l'emergenza è continua ed eccessiva. Per Chiara Appendino si è trattato di una "prima volta". La sindaca pentastellata di Torino è ancora adesso all'interno del Centro Fenoglio, accompagnata dal personale della Croce Rossa (Ignazio Schintu e Francesca Basile su tutti), dal sindaco Fabrizio Puppo, dagli assessori Piastra e Bisacca. Con loro c'è anche l'ex primo cittadino Aldo Corgiat. La visita è stata organizzata per dar modo alla sindaca (sia di Torino che, non dimentichiamolo, della Città Metropolitana) di prendere visione di quello che ormai viene considerato in tutta Italia un "esempio positivo" di accoglienza e integrazione. Ma tanto il sindaco Puppo quanto il comandante della Croce Rossa Schintu hanno approfittato dell'occasione per spiegare chiaro e tondo alla Appendino che avanti così, il Centro Fenoglio, non può più andare. Caricato come un mulo da soma per supplire a negligenze e carenze altrui. Mille arrivi in pochi giorni sono numeri davvero da capogiro. Per questo Fabrizio Puppo ha chiesto pubblicamente alla sindaca torinese di impegnarsi a creare altri luoghi in "stile Fenoglio" per smistare altrove i migranti. "Non vogliamo più un Fenoglio così" ha detto. "Abbiamo capito la situazione, lavoreremo anche assieme alla Prefettura per trovare una soluzione" ha tagliato corto Appendino, specificando che "non è questa la sede in cui approfondire questi temi". Approfondiscano pure dove vogliono, basta che la suddetta soluzione venga effettivamente trovata in tempi rapidi. In modo che il Fenoglio possa concentrarsi su ciò che gli viene meglio: lavorare sulla "seconda fase", ovvero sull'integrazione dei suoi ospiti nella comunità italiana. Che poi è la vera sfida per il futuro.
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