Resta in vigore l’ordinanza firmata dal sindaco Pierluigi Bot Sartor: la gente di Scarmagno non può ancora consumare la verdura e la frutta dei propri orti. Nonostante siano passati ormai dieci mesi dall’incidente del maggio 2016 alla fabbrica Darkem. Ma perché, dopo così tanto tempo, non è ancora possibile mangiare le proprie zucchine o carote o raccogliere le proprie mele? Il fatto è che il comune non ha ancora alcun atto che possa garantire la salubrità dei campi. La perizia, commissionata dalla Procura di Ivrea, nell’ambito dell’inchiesta avviata sul rogo che allarmò la popolazione e anche i paesi limitrofi nella primavera dello scorso anno, non è ancora stata consegnata dall’incaricato, il quale ha addirittura chiesto una proroga. Evidentemente si tratta di un lavoro molto complesso. E solo nei giorni scorsi l’avvocato Andrea Castelnuovo, a cui si è rivolto Bot Sartor, per tutelare l’ente pubblico, ha nuovamente sollecitato gli uffici eporediesi. Soltanto qualora la perizia evidenzi che non sono presenti sostanze inquinanti nei terreni l’ordinanza potrà essere revocata. Fino ad allora occorrerà attendere, e ripiegare sui banchi del mercato. “Non abbiamo strumenti tecnici in mano al momento - sottolinea il legale -. Sto sollecitando periodicamente. Per noi è importante capire se sussistano eventuali pericoli residui per la popolazione”. Nello stabilimento della Darkem, ex fabbrica di vernici, erano contenute sostanze chimiche. La sera in cui si sentì le scoppio le fiamme si levarono in alto, malgrado l’umidità e la pioggia causando quattordici ustionati e provocando anche profonde crepe nelle mura delle case situate vicino allo stabilimento. Nei giorni successivi molti residenti trovarono nei propri campi alberi e colture danneggiati. Di fronte alla grande preoccupazione e ai danni registrati (tanto che i prorpeitari della Darkem rischiarono il linciaggio nei giorni successivi) il sindaco convocò anche un incontro pubblico con i responsabili dell’Arpa. Nell’arco di questo anno, anche sollecitato dalla minoranza, il primo cittadino ha comunicato i vari aggiornamenti della vicenda nei consigli comunali anche se, come sappiamo bene, i tempi della giustizia non si prospettano affatto brevi. Nel frattempo in paese si sono svolte anche iniziative come quelle curate dalla Pro Loco, di raccolta fondi a favore delle famiglie che hanno patito i danni più gravi e che oggi vivono in case che andrebbero ristrutturate. Riguardo ai paesi vicini, alcune Amministrazioni hanno fatto eseguire i carotaggi per avere rassicurazioni: la pioggia aveva impedito l’espansione della nube tossica.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.