I Disturbi specifici di apprendimento (Dsa), interessano circa l'8% della popolazione scolastica e comprendono la dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (difficoltà nell'aspetto costruttivo della scrittura), la disgrafia (difficoltà nell'aspetto esecutivo della scrittura), la discalculia (difficoltà nell'area matematica). La dislessia, che è la più conosciuta, è una difficoltà a leggere in modo corretto e fluente; può essere più o meno grave e spesso è associata alle difficoltà di scrittura e nel calcolo. É importante sottolineare che i Dsa non sono causati da deficit cognitivi né da problemi ambientali o psicologici o sensoriali e neurologici, ma sono disfunzioni settoriali. I disturbi di apprendimento vengono definiti specifici quando si manifestano in soggetti con intelligenza nella norma. Perché c’è tanto scetticismo intorno alla dislessia? Perché è un disturbo invisibile. Non ha identità sociale fuori dalla scuola. È una diversità senza diversità. Il comportamento del bambino con dislessia assomiglia infatti a quello del bambino svogliato, pigro, capriccioso, riluttante all’impegno. Anche perché, fuori dalla scuola questo bambino si comporta esattamente come gli altri: vivace, socievole, allegro. Come si manifesta La dislessia si manifesta all’inizio della scuola elementare con marcate difficoltà a imparare le lettere dell’alfabeto, difficoltà a scrivere parole anche molto semplici e frequenti (es. cane, dito, mano), l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12), la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d), difficoltà a imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi/giorni) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici. Alla maggior parte dei bambini con disturbo della lettura non piace leggere e la lettura può essere accompagnata da stati di ansia, vergogna, umiliazione e frustrazione dovuti ai continui fallimenti. Queste emozioni tendono a divenire più intense man mano che il bambino cresce e nei bambini più grandi possono tramutarsi in intensa rabbia e depressione. Il disturbo crea anche notevoli compromissioni nell'apprendimento scolastico e nella vita sociale; anche il senso del proprio valore personale risente di queste difficoltà, tanto che l'autostima di questi bambini tende ad essere prevalentemente negativa. Il processo diagnostico è un momento molto importante ed è possibile la somministrazione dei TEST già dalla fine della classe seconda elementare. L’obiettivo della riabilitazione non è centrato sulla scomparsa del "sintomo" (non possibile per il suo radicamento neurologico), bensì sulla riduzione della difficoltà, accompagnando il percorso scolastico con costanti strategie di facilitazione al fine di ridurre o eliminare le conseguenze negative che esso provoca all’apprendimento del bambino. Supporto psicologico e supporto alla famiglia completano le strategie di intervento. Milanesio Deborah Psicologa clinica Psicoterapeuta
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