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Quel Nientologo di Volpatto

A susta

Navigare l'incertezza con prudenza

Putin

Putin

A susta. Restare coperti, usare prudenza. Storpiatura da dialetto autoctono, parola che non esiste però rende: quando si mette male o non si è sicuri, quando il futuro si presenta incerto, fosco, meglio stare “a susta”. Dove quantomeno non piove. Stare a susta in amore, non banfare oltre il dovuto, non far credere di essere ciò che non si è perché poi viene fuori. Se non sei Rocco non sei Rocco, pazienza, qualcosa riuscirai a fare lo stesso senza cantartela tanto in giro. Stare a susta sul lavoro, perché se sei capace a fare una cosa lo si vede subito: titoli o meno, ma se li si ha è meglio, a imparare si fa sempre in tempo, mentre raccontare il contrario di ciò che si è raccontato a un colloquio è più difficile.

Stare a susta con gli amici, a volte si ascolta e si lascia che parlino gli altri.

Stare a susta in guerra perché ce ne sono già stati (anche da noi) di fenomeni che pensavano in poco tempo di vincere facile. Fossero stati a susta avrebbero campato cent’anni e risparmiato ai nostri ragazzi, alcuni partiti da Settimo e mai tornati, la ritirata del Don, El Alamein, lo Chaberton. Oggi in Russia, ad esempio, i guerrieri dell’armata pallida hanno chiesto aiuto alle brigate private e una di queste, la più robusta, gli ha messo su la rivoluzione sotto casa. A inizio estate, lo ricordate tutti, ci siamo preoccupati al punto da progettar soccorso al dittatore, che pur coglionato è sempre meglio dei suoi detrattori, più violenti e pericolosi di lui. Piuttosto di quegli altri, meglio tenerci lui, se necessario aiutandolo. Robi da mat!

Com’è andata l’hanno capito tutti meno il comandante della milizia pseudorivoluzionaria che non ha afferrato tanto bene il concetto e non è stato a susta. Putìn, neanche gli avessero rubato la fidanzata, BAM!, lo ha flambato colpendolo da dietro, dove fa più male. Dello schifo che stiamo vedendo è questo l’unico missile che andava lanciato. Anzi no. Ne manca uno, non c’è tanto da girarci intorno, poiché questa, come tutte le guerre, è un crimine contro l’umanità che avremmo evitato se chi governa il mondo ci avesse messo un po’ di cuore. Le vicende dei popoli, i loro percorsi politici e sociali, il loro futuro, le speranze, i progetti vanno immaginati dalle persone illuminate, quelle che quando è necessario sanno stare a susta.

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