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TORINO. Sanità: effetti inquinanti su Dna, ricerca su bambini

TORINO. Sanità: effetti inquinanti su Dna, ricerca su bambini

Dna

I bambini dai 6 agli 8 anni di tre complessi scolastici di Torino, Ilaria Alpi, Gobetti-Scarlandi e Tommaseo, saranno coinvolti dal 10 novembre in una ricerca sugli effetti dell'inquinamento atmosferico sul Dna delle cellule delle vie respiratorie. Presentata oggi presso l'Università di Torino, coinvolge anche le città di Brescia, Lecce, Perugia e Pisa, pari a circa 200 bambini per ogni area urbana. I piccoli saranno sottoposti a un semplice test sulla mucosa della bocca.

Il questionario, di 150 domande - ha spiegato la dottoressa Elisabetta Carraro, referente del progetto per l'Università di Torino - riguarda gli stili di vita, in particolare le abitudini alimentari del bambini, ma anche se è esposto a inquinanti domestici, come il fumo. Il test non avrà ricadute pratiche sul singolo bambino, ma entrerà in un campionamento complessivo che ha l'unico scopo di fornire indicazioni sull'eventuale legame tra l'inquinamento dell'aria e i danni, reversibili, sul Dna. La ricerca rientra nel progetto Mapec Life, coordinato da Umberto Gelatti dell'ateneo di Brescia. Il progetto triennale 2014-2016 si focalizza sui bambini - ha osservato Gelatti - poichè comunque soggetti a rischio perchè più esposti all'aria (solitamente svolgono maggiormente attività fisica all'aperto e, per esempio, mettono spesso le mani alla bocca) e più vulnerabili in quanto il loro sistema immunitario non è ancora maturo. Al workshop di oggi nel Palazzo del Rettorato erano presenti, tra gli altri, il vicerettore Marcello Baricco, il professor Giorgio Gilli, responsabile dell'attività di comunicazione per il progetto Mapec, l'assessore all'Ambiente del Comune di Torino, Enzo Lavolta e il dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale Antonio Catania. Gilli ha ricordato che secondo i dati raccolti dall'Agenzia Europea per l'Ambiente, una persona su 4 respira inquinanti oltre i limiti fissati dall'Ue, 9 su 10 secondo i valori suggeriti dall'Oms. Nelle città italiane, nonostante la situazione smog sia migliorata, la percezione dell'opinione pubblica resta negativa: l'80% ritiene che negli ultimi 10 anni l'inquinamento atmosferico sia peggiorato. A confermare quanto i dati oggettivi dicano il contrario l'assessore Lavolta che ha sottolineato gli effetti positivi delle politiche ambientali della Città di Torino. "Non servono - ha detto Lavolta - misure spot, ma strutturali. Gli ultimi rilevamenti indicano una riduzione delle polveri sottili, grazie a interventi strutturali". E a questo proposito ha citato la scelta di aver esteso la rete di teleriscaldamento, il bike e il car sharing.

Il progetto Mapec (Monitoring air pollution effects on children for supporting Public Health Policy)è finanziato dall'Unione Europea.

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