Cerca

In carcere per droga, si è aperto un ristorante

In carcere per droga, si è aperto un ristorante
In carcere per droga, ha imparato a cucinare e, una volta libero, ha aperto un ristorante. E' la storia di un camionista bulgaro, una delle tante raccontate oggi da Confcooperative Torino, che da dieci anni opera all'interno del carcere delle Vallette. Un modo per 'riempiere' la vita dietro le sbarre e dare una professione - e un futuro - a chi è stato dentro. Alle Vallette sono otto le cooperative oggi presenti. Danno lavoro a 65 detenuti, alcuni dei quali autorizzati a uscire dal carcere per ragioni di servizio. Tra queste la cooperativa Libera Mensa, che gestisce la ristorazione e il bar del carcere e, all'estero, alcuni servizi di catering. In otto anni di attività ha dato lavoro a 180 persone. Ancora prima è nata Eta Beta, cooperativa che si occupa di servizi editoriali e si sta specializzando negli e-book. Ci sono poi la cooperativa Terra di Mezzo, che si occupa di falegnameria, la Senza Macchia (lavanderia), la Pausa Caffè (torrefazione), la Uno di Due (oggettistica e accessori, costituita solo da donne), la Ergonauti (officina meccanica) e la Extraliberi (serigrafia). "Grazie a questi progetti - spiega Aldo Romagnolli, presidente Confcooperative Torino - molti detenuti hanno iniziato a lavorare per la prima volta dopo anni passati a delinquere. Il risultato più grande è che hanno potuto apprendere non soltanto un lavoro, ma anche un nuovo modo di vivere fatto impegni, scadenze, rispetto e confronto con altre persone".
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori