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07 Ottobre 2014 - 11:43
Carte false
Si spacciavano secondo le indagini per addetti di aziende di acqua, luce e gas e, dopo avere conquistato la loro fiducia, truffavano gli anziani che li accoglievano in casa rubando loro i codici dei bancomat. Poi utilizzavano un negozio di abbigliamento per prelevare somme tra 400 e 2mila euro con le carte clonate alle vittime. Otto italiani, che componevano la presunta banda, sono stati arrestati dai carabinieri di Torino. L'inchiesta è scattata lo scorso dicembre. Numerosi i colpi. Sono in corso perquisizioni.
Gli arrestati, sette in carcere e uno ai domiciliari, sono i quattro gestori del negozio di abbigliamento torinese in cui avvenivano i prelievi (spesso accrediti in cambio di capi firmati) e quattro sinti italiani che commettevano materialmente le truffe ai danni degli anziani.
Per tutti l'accusa è di ricettazione e spendita di carte di pagamento rubate in concorso.
Dopo avere fatto una verifica telematica sulla spesa attraverso le carte rubate, i carabinieri, coordinati dal pm Alessandra Provazza, hanno verificato i sospetti attraverso una telecamera installata all'esterno del locale e con l'intercettazione delle utenze cellulari dei responsabili del negozio, dimostrando la totale complicità dei commercianti.
Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo del locale e del conto corrente del negozio, ai fini del successivo procedimento di prevenzione patrimoniale.
Sono 26, di età compresa tra 68 e 89 anni, gli anziani truffati e derubati dalla banda sgominata dai carabinieri di Torino. Il danno che hanno subito ammonta a centinaia di migliaia di euro: oltre alle carte di credito, hanno subito il furto di contanti, gioielli e altri beni di cui si sono perse le tracce.
Soltanto di addebiti di denaro nel negozio di abbigliamento, la somma sottratta in un anno (da febbraio 2013 a febbraio 2014, quando si è stretto il cerchio intorno a loro) il danno subito è stato di 130mila euro.
Stamattina i carabinieri hanno sequestrato anche parte del conto corrente del negozio incriminato per 10mila euro, somma corrispondente soltanto alle ultimissime transazioni. Uno dei tre fratelli titolari dell'esercizio è stato arrestato appena tornato dal viaggio di nozze.
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