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TORINO. Regioni: è bagarre su mozione M5s lavoratori Rear

TORINO. Regioni: è bagarre su mozione M5s lavoratori Rear

Mauro Laus

Bagarre oggi nell'aula del Consiglio regionale del Piemonte durante la discussione di un ordine del giorno pentastellato di "solidarietà ai lavoratori ingiustamente licenziati" dalla Rear, cooperativa che fino al 27 giugno scorso è stata presieduta dal presidente dell'Assemblea, Mauro Laus. Il documento, che l'ex capogruppo del M5s della passata legislatura Davide Bono aveva annunciato nei giorni scorsi come "sfiducia nei confronti di Laus" - ma è stato rettificato in corso perché il Regolamento non prevede questa possibilità - è stato alla fine respinto a votazione segreta (24 no, 9 sì, 3 astenuti, e 7 non partecipanti).

La discussione, aperta da Bono che si rammaricava di non poter mettere ai voti la sfiducia, è stata infuocata e ha portato anche a qualche minuto di sospensione della seduta.

"Non possiamo permettere - ha sostenuto la grillina Frediani - che ditte che hanno appalti dalla Regione possano trattare i dipendenti come se non avessero diritti. Ci sono lavoratori assunti a condizioni inaccettabili, che nemmeno sanno cosa sia l'articolo 18 e vogliamo che il Consiglio si esprima chiaramente a loro favore".

"Questo odg - ha replicato Laus - non può essere votato, perché è un'accozzaglia di falsità. Se fosse vero, significherebbe che in Piemonte non c'è alcun sindacato, visto che non ho mai ricevuto una denuncia per comportamento antisindacale".

"Trovo questo odg offensivo per l'Aula - ha aggiunto il capogruppo del Pd Davide Gariglio - visto l'uso strumentale che si fa dei lavoratori, in senso politico. IL rammarico per l'assenza di una possibilità di sfiduciare il presidente, espresso da Bono, dimostra che si tratta di una attacco politico strumentale".

A questo punto Bono è andato su tutte le furie, accusando la presidenza che in quel momento era del Pd Nino Boeti di non tutelare le prerogative del gruppo consiliare 5 Stelle. La seduta è stata sciolta per qualche minuto. Alla ripresa, Gariglio ha concluso, e gli interventi sono proseguiti fino al voto con cui il documento pentastellato è stato respinto.

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