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26 Settembre 2014 - 10:34
Giuseppe Guzzetti
"Siamo l'unico Paese, in Europa, che non prevede alcun beneficio fiscale per le fondazioni bancarie e le associazioni no profit. Gli investimenti delle fondazioni vengono tassati come quelli di Soros o di Warren Buffet". Al Teatro Regio di Torino, dove si ieri si è svolto il convegno su 'Banche, Fondazioni e imprese', Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri e della Fondazione Cariplo, lancia il suo j'accuse contro la tassazione sul capital gain, salita dal 12,5% al 26%.
"Le Fondazioni - spiega - pagano 140 milioni di tasse e con i nuovi aumenti la cifra salirà di altri 50 milioni a fine 2014.
Sono risorse sottratte al sostegno allo sviluppo economico e sociale". All'evento, organizzato da Stefano Ambrosini, consigliere della Compagnia di San Paolo, partecipano molti big della finanza: i presidenti della Compagnia di San Paolo, Luca Remmert, della Fondazione Mps Marcello Clarich, dell'Ente Cassa di Firenze, Umberto Tombari, l'a.d di Cariparma, Giampiero Maioli, i presidenti dei consigli di Intesa, Giovanni Bazoli e Gian Maria Gros Pietro.
Lo sguardo è alla riforma delle fondazioni di origine bancaria. Guzzetti parla di "rapporto trasparente" con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan e indica nel 30% del patrimonio "la soglia per un singolo investimento, nella banca ma non solo". "La legge Ciampi - spiega il presidente dell'Acri - resta valida e non va modificata, ma non è mai stata quantificata la quota che le fondazioni devono diversificare. La novità è introdurre una regola, subito. Sono mesi, anni che noi siamo pronti". Guzzetti sottolinea che l'Acri non ha "mai rifiutato, temuto o criticato la Vigilanza. E' giusto che sanzioni senza nessuna incertezza chi non rispetta la legge o gli statuti. L'Acri - afferma - non difenderà le fondazioni che non si comportano correttamente e virtuosamente".
La vicenda Mps è archiviata. "Tifiamo tutti perché Clarich possa svolgere il suo ruolo. Ha ereditato una situazione non drammatica come Antonella Mansi, ma per il polso con cui guida la Fondazione gli facciamo tanti auguri", dice Guzzetti che auspica uno stop alle ingerenze politiche proprio mentre a Siena le opposizioni in consiglio comunale chiedono le dimissioni del presidente della fondazione. Clarich nell'intervento a Torino auspica che non ci sia all'orizzonte un nuovo aumento di capitale e boccia il possibile spostamento della sede della direzione generale da Siena perché "sarebbe un grave impoverimento per il territorio, una perdita enorme". La Fondazione è impegnata nella redazione del documento programmatico strategico che dovrà essere approvato nella seduta di lunedì dalla Deputazione generale. La maggior parte dei 50 milioni di debiti residui per erogazioni pregresse sarebbe destinata agli enti pubblici senesi e l'intero debito dovrebbe essere estinto completamente agli inizi del 2016.
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