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TORINO. Basta sanzioni alla Russia. Così si rischia la terza guerra mondiale

TORINO. Basta sanzioni alla Russia. Così si rischia la terza guerra mondiale

Sergey Razov

Lo scontro con la Russia deve essere superato "perchè fa male all'Italia", le ripercussioni economiche sono pesanti. Bisogna dire no alle sanzioni e riprendere la strada del dialogo. E' questo il messaggio che arriva dal seminario sui rapporti tra Italia e Russia, organizzato da Intesa Sanpaolo e dall'associazione Conoscere Eurasia. Concorda con la banca l'ambasciatore russo, Sergey Razov, che esclude ripercussioni sulle forniture di gas: "l'Italia e l'Europa non congeleranno", rassicura.

"Dobbiamo continuare a coltivare le relazioni con la Russia.

Smetterla di mostrare i muscoli, deliberare sanzioni e controsanzioni in una escalation incontrollabile che potrebbe portare alla terza guerra mondiale", afferma Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia. I numeri del Centro studi di Intesa Sanpaolo "sugli effetti di questa nuova Guerra fredda" sono eloquenti: -18% l'export italiano a giugno, -16,3% ad agosto. "Le ragioni dell'economia - spiega Fallico - devono prevalere sulla forza delle armi e delle sanzioni. Non possiamo disperdere il patrimonio di amicizie che da sempre contraddistinguono i rapporti tra i due paesi". Fallico sottolinea "il potenziale impatto sulle esportazioni italiane di beni capitali, dato dai provvedimenti di embargo alla vendita di tecnologie per l'esplorazione petrolifera e le restrizioni dei finanziamenti a importanti banche e società energetiche russe minano una fetta importante del nostro made in Italy". "Sono 500 le imprese italiane - ricorda - che negli ultimi 20 anni hanno investito oltre 7 miliardi di euro e che hanno scommesso su un mercato sino a ieri in grande espansione".

"La nostra banca - conclude il presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro - crede molto nella Russia e tutti ci auguriamo che prevalga la ragione.

Il nostro paese e la Federazione Russa sono economie complementari che stanno bene insieme. Abbiamo operazioni di corporate con grandi aziende russe e vogliamo mantenere questi rapporti".

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