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26 Settembre 2014 - 10:28
Sergey Razov
Lo scontro con la Russia deve essere superato "perchè fa male all'Italia", le ripercussioni economiche sono pesanti. Bisogna dire no alle sanzioni e riprendere la strada del dialogo. E' questo il messaggio che arriva dal seminario sui rapporti tra Italia e Russia, organizzato da Intesa Sanpaolo e dall'associazione Conoscere Eurasia. Concorda con la banca l'ambasciatore russo, Sergey Razov, che esclude ripercussioni sulle forniture di gas: "l'Italia e l'Europa non congeleranno", rassicura.
"Dobbiamo continuare a coltivare le relazioni con la Russia.
Smetterla di mostrare i muscoli, deliberare sanzioni e controsanzioni in una escalation incontrollabile che potrebbe portare alla terza guerra mondiale", afferma Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia. I numeri del Centro studi di Intesa Sanpaolo "sugli effetti di questa nuova Guerra fredda" sono eloquenti: -18% l'export italiano a giugno, -16,3% ad agosto. "Le ragioni dell'economia - spiega Fallico - devono prevalere sulla forza delle armi e delle sanzioni. Non possiamo disperdere il patrimonio di amicizie che da sempre contraddistinguono i rapporti tra i due paesi". Fallico sottolinea "il potenziale impatto sulle esportazioni italiane di beni capitali, dato dai provvedimenti di embargo alla vendita di tecnologie per l'esplorazione petrolifera e le restrizioni dei finanziamenti a importanti banche e società energetiche russe minano una fetta importante del nostro made in Italy". "Sono 500 le imprese italiane - ricorda - che negli ultimi 20 anni hanno investito oltre 7 miliardi di euro e che hanno scommesso su un mercato sino a ieri in grande espansione".
"La nostra banca - conclude il presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro - crede molto nella Russia e tutti ci auguriamo che prevalga la ragione.
Il nostro paese e la Federazione Russa sono economie complementari che stanno bene insieme. Abbiamo operazioni di corporate con grandi aziende russe e vogliamo mantenere questi rapporti".
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