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TORINO. Capitale della cultura, ministri europei a confronto

TORINO. Capitale della cultura, ministri europei a confronto

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La cultura leva dello sviluppo economico, per la crescita e l'occupazione dei giovani. E' rivolto "al futuro" il vertice dei ministri europei. Due giorni a Torino, ieri e oggi, per trovare - sotto la presidenza europea dell'Italia - "una sintonia di fondo" tra i 28 Paesi. E fare della cultura un pilastro delle nuove politiche del continente. Questo, per il ministro italiano Dario Franceschini, lo scopo della due giorni. Perché la cultura - sostiene al suo arrivo sotto la Mole - non è più solo un problema sacrosanto di tutela, ma è anche un problema di investimento sul futuro".

A guidare la delegazione dei ministri europei il commissario europeo per la cultura, Androulla Vassiliou. "La cultura può produrre crescita e lavoro. E Torino, che da capitale industriale è diventata capitale culturale d'Italia, è il simbolo di come questo può accadere", sostiene aprendo il summit sotto le volte barocche di Sant'Uberto, la chiesa della Reggia di Venaria emblema della rinascita del complesso monumentale.

"Questa conferenza - aggiunge - è per le generazioni future, perché l'investimento in cultura produce crescita".

Padrone di casa il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, che snocciola i dati della trasformazione della città.

"Soltanto nel 2013 - ricorda - abbiamo investito 100 milioni di euro in cultura e questo è un fatto straordinario. Abbiamo 45 musei, è in corso il Prix Italia con mostre sulla radio e sulla televisione. E venerdì inaugureremo una grande mostra sulla pop art di Lichtenstein".

Veri e proprio gioielli che per l'occasione la prima capitale d'Italia 'lucida' di blu, il colore che questa notte, con i musei aperti fino a tardi, illumina i suoi monumenti. Tra una bilaterale e l'altra Franceschini, impegnato domani mattina nella conferenza internazionale 'Patrimonio culturale come bene comune', ne visita alcuni. Dal Polo Reale, "un patrimonio straordinario per l'intero Paese", come lo definisce il sottosegretario ai Beni culturali Francesca Barracciu, alla Galleria d'Arte Moderna. E, in serata, Teatro Carignano, Palazzo Madama e Museo Nazionale del Cinema.

E' anche dalla loro valorizzazione che passa il successo dell'Expo 2015, dal momento che la distanza tra Torino e Milano è di meno di un'ora di treno. Ed è in vista dell'esposizione universale del prossimo anno che arriva l'idea: esporre l'Autoritratto di Leonardo Da Vinci custodito nella Biblioteca Reale di Torino.

Le polemiche per l'addio del maestro Riccardo Muti al Teatro dell'Opera di Roma, così come quella per il divorzio di Gianandrea Noseda dal Regio di Torino, sembrano lontane. "Spero solo che serva a capire che la sacrosanta tutela dei diritti sindacali non può diventare di ostacolo alla modernizzazione", è il monito di Franceschini, che invita a mettere da parte un certo autolesionismo. Il vertice torinese dovrebbe servire anche a questo.

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