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11 Settembre 2014 - 18:44
Scomparsa
Sfiora anche il Pinerolese, per una vicenda di 38 anni fa, il caso di Antonino Bilella, un agricoltore di 69 anni accusato dalla procura di Grosseto di avere ucciso la proprietaria di una villa in cui lavorava come custode. Durante l'inchiesta, alcuni mesi fa, gli inquirenti hanno ricevuto una segnalazione con l'invito a riaprire le indagini sulla morte di Giorgio Canali, un operaio trentanovenne che il 9 agosto 1976 fu trovato senza vita ad Angrogna (Torino): Bilella, all'epoca, era l'inquilino di un suo appartamento.
I carabinieri di Grosseto, insieme ai colleghi della compagnia di Pinerolo, hanno acquisito delle informazioni. Il corpo di Canali (dell'operaio non si avevano notizie da circa un mese) era vicino a un corso d'acqua e un medico stabilì che il decesso era da attribuire a cause naturali impossibili però da indicare con sicurezza visto l'avanzato stato di decomposizione.
Canali era un operaio che, a quanto risulta, aveva ricevuto una cospicua eredità. Ad Androgna, nel 1976, stava trascorrendo le vacanze estive.
"Che siano stati svolti accertamenti - spiega l'avvocato Francesca Carnicelli, che difende Bilella insieme ai colleghi Bruno Leporatti e Riccardo Lottini - è cosa che ci è nota. Così come ci sono note le conclusioni dell'esame medico legale: si tratta di una morte dovuta a cause naturali".
L'omicidio di cui è accusato Bilella è quello di Francesca Benetti, scomparsa a Potassa di Gavorrano (Grosseto) il 4 novembre dello scorso anno. Originario di Alessandria Della Rocca, in provincia di Agrigento, Bilella abitò a lungo in Piemonte insieme alla famiglia.
"Sono in possesso di quattromila pagine d'indagine e più leggo più mi convinco che il custode era tutt'altro che un uomo 'semplice'". Così l'avvocato Agron Xhanaj, legale vicentino della famiglia di Francesca Benetti, commenta il filone di indagine che porta in Piemonte nell' inchiesta sulla scomparsa della donna e nella quale è accusato di omicidio e distruzione di cadavere Antonino Bilella, custode della sua villa. "Può un uomo delle sue caratteristiche riuscire a farla franca dopo 40 anni per un altro fatto di sangue? La cosa - afferma il legale - non mi stupirebbe". Per Xhanaj, il custode è "senz'altro un uomo che cura i dettagli e dimostra una notevole capacità organizzativa". "Leggendo gli atti - dice ancora il legale in riferimento alla scomparsa di Francesca Benetti - si apprende ancora meglio che Bilella, dalle 11 alle 16.30 circa del 4 novembre 2013, è riuscito da solo a uccidere Francesca, a mantenere i contatti telefonici con i vicini per non destare sospetti, a recarsi a chilometri di distanza da Villa Adua per liberarsi del corpo utilizzando la Punto bianca che due giorni dopo intende rottamare e, prima ancora, ad applicare al lunotto del veicolo una pellicola scura, non in modo maldestro, evidentemente per non consentire a terze persone di vedere cosa stesse trasportando". Secondo l'avvocato, Bilella "ha utilizzato la Punto bianca che non usava solitamente con l'intento di liberarsene dopo averla usata per distruggere le tracce del reato (il sangue di Francesca)". Il custode è un uomo "che è rimasto per oltre un mese in isolamento e non ha mai ceduto. Mai una parola. E' riuscito a nascondere il corpo in modo tale - conclude Xhanaj - che sarà davvero impossibile trovarlo se non grazie a lui".
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