Una donna obesa e nuda sullo sfondo di un muro scrostato che calpesta un'icona religiosa: questa immagine di una locandina utilizzata a Torino per promuovere una mostra patrocinata dal Comune ha suscitato accese polemiche a Torino. E' la locandina della "Mostra Internazionale d'Arte LGBTE", aperta dall'8 settembre. Quell'immagine ha provocato proteste tra le opposizioni e imbarazzo nella maggioranza, al punto che il Comune ha deciso di ritirarne il patrocinio. Sulla vicenda è intervenuto anche l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che si è detto "profondamente colpito per la mancanza di rispetto" che la locandina evoca "sia nei confronti delle donne che nei confronti del sentimento religioso". In quel montaggio, afferma, "c'è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri". "Un modo facile, troppo facile - conclude - per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche". Imbarazzato il Comune. "Prima di dare il patrocinio alle iniziative valutiamo la serietà dei progetti - ha detto l'assessore alla Cultura, del Comune, Maurizio Braccialarghe -. In questo caso, nessun elemento inviatoci poteva far pensare all'utilizzo di un'immagine che riteniamo lesiva della sensibilità di molti. Dopo aver visto la locandina, la Giunta all'unanimità ha deciso di revocare il patrocinio all'evento". Organizzata dall'associazione Koinè, operativa nel campo dell'arte contemporanea, la mostra si intitola 'Saligia', acronimo dei sette vizi capitali. Intende "dare spazio ad artisti emergenti gay, ma anche etero". "Fatico a capire come questa foto abbia destato tanto scalpore - ha spiegato Telemaco Rendine, presidente di Koinè -. Il tema, i sette vizi capitali, sono stati oggetto dell'iconografia dell'arte da sempre, da quando li ha indicati come tali la religione cattolica. Sono riportati anche sulla Cappella Sistina". Come lui, anche l'autore dell'immagine in locandina, il fotografo Mauro Pinotti: "Non volevo affatto denigrare la religione, semmai far risaltare la superiorità della donna rispetto l'uomo. I sette vizi capitali presentati in mostra hanno tutti dei simboli ben precisi. La foto simboleggia, con l'immagine di quella donna che calpesta un simbolo religioso, la Superbia. Non volevo offendere nessuno". Ma in molti a Torino si sono sentiti offesi. Forza Italia, Fdi-An e Lega hanno inviato note di protesta. Il vicepresidente del Consiglio Comunale, Silvio Magliano (Ncd), ha definito la concessione del patrocinio "un fatto grave, irresponsabile e offensivo". Mentre il capogruppo di Fdi-An, Maurizio Marrone, ha commentato la vicenda in questi termini: "Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt!".
Mons.Nosiglia: "Questa è mancanza di rispetto"
L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, si è detto "profondamente colpito per la mancanza di rispetto" che la locandina-scandalo utilizzata a Torino per promuovere una mostra del movimento LGTB evoca "sia nei confronti delle donne che nei confronti del sentimento religioso". In una nota diffusa in serata, il vescovo di Torino sottolinea che, in quella immagine, "colpisce dolorosamente il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio quando cresce, nella nostra cultura, un'attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono". "I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone e, ci pare, anche la rappresentazione della persona - continua Nosiglia -. Sotto i piedi di quella donna, invece, non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna". Secondo Nosiglia, "in quel montaggio c'è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri". "Sono certo che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita - conclude il vescovo di Torino -. Soprattutto quando certe scelte 'artistiche' diventano un modo facile, troppo facile per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche".
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