AGGIORNAMENTI
Cerca
02 Settembre 2014 - 16:04
Maurizio Marrone
"Una obesa nuda che calpesta le immagini di Gesù Cristo e della Vergine Maria: ecco la nuova frontiera dell'arte omosessuale che il Comune di Torino ha ritenuto di voler promuovere con il patrocinio della Città e, chissà, magari anche con finanziamenti": così Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d'Italia-An in Comune di Torino, sulla locandina- scandalo della mostra organizzata dal movimento omosessuale LGBT, per la quale secondo Marrone il sindaco "dovrebbe chiedere scusa". "E' questo - si chiede Marrone - il rispetto e la cultura dimostrati da quel mondo gay sempre pronto a piangere nel circo mediatico il proprio vittimismo, pretendendo di introdurre un reato di opinione con la scusa del contrasto all'omofobia? Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt!".
"Aldilà di ogni legittima critica dell'autore e dell'opera, le proteste ipocrite di alcuni miei colleghi sono sintomo di 'bacchettonite' acuta, che li classifica al pari dell'intolleranza degli integralisti che si schierarono contro le vignette su Maometto e l'Islam".
Lo dice Silvio Viale, esponente dell'associazione radicale Adelaide Aglietta, a proposito delle polemiche sulla foto della locandina della mostra sull'arte Lgbte 'Saligia' in programma a Torino dall' 8 settembre e patrocinata dal Comune di Torino.
"E' insopportabile - sostiene Viale - l'ipocrisia di chi allora difese le vignette contro gli integralismo. Ed è vergognoso ogni riferimento alla donna grassa, come se fosse una colpa più pesante. Si tratta di arte e di un messaggio simbolico chiaro. Forse s sono dimenticati dei nudi di Botero e non hanno nemmeno pensato che l'allegoria simbolica non riguarda Dio, non è contro Dio, ma contro l'interpretazione ecclesiastica terrena, con riferimento alla omofobia della Russia di Putin. Mi auguro che Torino possa confermarsi Capitale delle libertà civili e di tolleranza. A me il manifesto sembra bello - conclude - e ai malati di 'bacchettonite' dico: "fatevi una camomilla!.
Il fotografo torinese Mauro Pinotti, autore della fotografia scelta per la tanto discussa locandina della mostra 'Saligia' (acronimo del 7 vizi capitali), alla quale il Comune ha ritirato il patrocinio, difende il suo lavoro dicendo di "non aver mai voluto offendere nessuno".
"Il simbolismo che ho scelto per il mio lavoro non vuole affatto denigrare la religione, ma solo esaltare la superiorità della donna rispetto l'uomo - spiega l'artista -. I sette vizi capitali presentati in mostra hanno tutti dei simboli ben precisi, studiati nei dettagli. In questa foto ho scelto di simboleggiare la Superbia con una donna".
"All'inizio - ha aggiunto - volevo mettere sotto i piedi di questa Donna/Superbia una pila di libri, volevo rappresentarla superiore alla cultura. Però mi sembrava banale, limitativo. Ho sempre considerato la donna assolutamente superiore all'uomo e pensato che sopra la donna c'è solo Dio. Così sono andato a cercare un manifesto qualsiasi in cui fosse rappresentata un'icona religiosa per metterla sotto i suoi piedi".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.