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TORINO. Muore per infarto durante arresto, caso archiviato a Torino

TORINO. Muore per infarto durante arresto, caso archiviato a Torino

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Morì per un infarto mentre si opponeva con tutte le sue forze a un arresto: il caso di Alessandro P., quarantenne pregiudicato di Torino, è stato archiviato al termine di un'inchiesta della procura perché non sono emerse responsabilità dei poliziotti che erano intervenuti.
Nessun testimone ha parlato di comportamenti anomali o inconsulti.
Alessandro, che aveva un precedente per violenza sessuale sulla moglie, era ricercato per una serie di rapine. Il 3 gennaio 2013 degli agenti in borghese lo fermarono in strada mentre era alla guida della sua auto: solo con grande fatica (l'uomo pesava oltre 100 kg) riuscirono a tirarlo fuori dall'abitacolo, a immobilizzarlo e ad ammanettarlo. Quando lo sollevarono per caricarlo sulla volante, perse i sensi; subito soccorso dagli stessi agenti, che in attesa dell'ambulanza gli praticarono un massaggio cardiocircolatorio, morì due giorni dopo in ospedale a Orbassano.
La consulenza medico legale ha accertato che Alessandro "è stato arrestato mentre era in stato di grave alterazione psicofisica" e che era "sotto l'effetto della cocaina di cui era dipendente e che aveva assunto certamente poco prima di uscire dalla propria abitazione". La "lacerazione epatica" che gli è stata trovata può essere stata causata dal fatto che, mentre "opponeva una violentissima resistenza", si è "aggrappato al volante dell'auto", oppure dalle "manovre rianimatorie con compressione della gabbia toracica per contrastare l'arresto cardiaco" che gli furono praticate. In ogni caso, non si tratta di una lesione provocata da percosse.
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