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Tav: la talpa entra nel tunnel

Tav: la talpa entra nel tunnel

Scavi

Non è ancora lo scavo vero e proprio, ma rappresenta comunque una "tappa miliare" nella realizzazione della Torino-Lione. La talpa che dovrà bucare per oltre sette chilometri la montagna tra Italia e Francia ha fatto per la prima volta il suo ingresso nel tunnel di Chiomonte. Un "altro passo verso la percezione dell'irreversibilità dell'opera", spiega il commissario di governo Mario Virano. E, per il direttore generale di Ltf Marco Rettighieri, la speranza che "si stemperi il clima attorno ad essa". L'ingresso in galleria è avvenuto, senza intoppi, intorno alle 7.30 di ieri. Sotto lo sguardo attento dei militari da poco inviati dal governo per rinforzare i sistemi di sicurezza, i tre motori elettrici hanno spinto la maxi fresa, del diametro di oltre 6 metri e costata più di dieci milioni di euro, all'imboccatura della galleria scavata fino ad ora con tecniche tradizionali. "Gli oppositori prima hanno detto che era un falso cantiere, poi che si scavava con il cucchiaino, infine che la talpa non sarebbe mai arrivata", commenta Virano. "Ma tra venti giorni la fresa comincerà a grattare la roccia e in due anni completerà la sua opera. Un raggio laser di colore rosso indicherà sempre alla sala di comando il tracciato da seguire e le correzioni da fare per gli eventuali scostamenti nell'avanzamento. Del complesso macchinario fanno parte anche i nastri che trasporteranno all'estero il materiale di scavo, il cosiddetto smarino. "Da cittadino, prima ancora che da direttore di Ltf, spero che ora il clima attorno al Tav si stemperi", è l'appello di Rettighieri, subito raccolto da destre e da sinistra. "L'inizio dei lavori è un segnale positivo per il futuro dell'economia piemontese e del Paese", dichiara Bartolomeo Giachino (Pdl), mentre Stefano Esposito (Pd) auspica che il governo "porti a termine il trattato italo-francese, che nei prossimi 15 giorni arriverà alla Camera - ricorda - in vista del vertice tra Letta e Hollande del 20 novembre a Roma". Ma se a Torino, su un muro del centro, una scritta 'No Tav' viene cancellata e trasformata in 'Si Tav', in Valsusa il clima resta incandescente. Dopo le intimidazioni, e gli attentati, nei confronti delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte, oggi è arrivata la risposta di sedicenti "Disoccupati Val di Susa". "Siamo stufi e inca.... come bestie per le continue proteste contro il cantiere Tav e i continui attentati alle forze dell'ordine", si legge nel documento, secondo cui le proteste contro il Tav "stanno distruggendo la valle". "Faremo di tutto per difendere la nostra libertà, la nostra famiglia, la nostra valle e il nostro lavoro - si legge ancora -. Il lavoro è la vita e quindi ben vengano le grandi e le piccole opere". In tribunale, a Torino, proseguono intanto i procedimenti per i disordini del passato. Come quelli del gennaio 2010, quando un gruppo di No Tav ostacolò l'esecuzione di uno dei sondaggi preliminari. Di quell'episodio si è tornati a parlare oggi, al processo che vede 28 attivisti accusati di violenza privata.   Una 'discenderia' di 7,5 km. In Francia altre 3 già terminate Tra i lavori propedeutici alla nuova ferrovia Torino-Lione ci sono quattro 'discenderie', o cunicoli esplorativi: tre già ultimati in Francia, il quarto in Italia, a Chiomonte. Oggi la maxi-fresa che dovrà realizzarlo ha fatto il suo ingresso nella galleria, scavata fino ad ora in modo tradizionale. Una tappa fondamentale nella realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. Tra venti giorni la talpa comincerà a grattare la roccia e in due anni completerà la sua opera. Il tunnel, che a fine lavori misurerà 7.500 metri, oltre a dare ulteriori informazioni sulla struttura del massiccio montuoso attraversato dalla Tav, porterà al livello della futura maxi-galleria da 57 chilometri, tra Italia e Francia. L'avvio vero e proprio del cantiere di Chiomonte è stato dato alla fine dello scorso novembre, dopo quasi un anno e mezzo di lavori preparatori, dopo che l'area è stata sottratta al presidio permanente di protesta del movimento No Tav. La maggior parte del materiale di scavo sarà convogliato fuori dal tunnel da nastri trasportatori incorporati alla fresa, arrivata in estate a bordo di speciali camion e montata in cantiere, esteso su oltre sette ettari tra Chiomonte e Giaglione, che a fine lavori saranno rinaturalizzati. Nel cantiere lavorano su tre turni circa ottanta persone, appartenenti ad una decina di aziende - in prevalenza della Valsusa -. Il completamento dei lavori creerà occupazione per circa un centinaio di lavoratori diretti. Il costo complessivo del tunnel è di 143 milioni di euro, Iva esclusa, di cui 65,5 finanziati dalla Ue. L'Italia contribuisce con 50,75 milioni, la Francia con 26,75.
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