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07 Agosto 2014 - 21:12
Volotea
Ventiquattro ore di ritardo per un volo di appena cinquanta minuti. Si è conclusa nel tardo pomeriggio di oggi l'odissea dei passeggeri Volotea costretti da "problemi tecnici" a restare un giorno all'aeroporto di Caselle. Analoga disavventura, e analoga compagnia aerea low cost, per i passeggeri del Venezia-Olbia decollati con un ritardo di 22 ore. "Sfortunate coincidenze in un momento di picco dell'operatività", commenta Volotea, che si prepara a ricevere una pioggia di richieste di risarcimento per i disagi e le ore di vacanza perdute. I viaggiatori sono infatti sul piede di guerra. "Siamo stati abbandonati a noi stessi, senza alcuna assistenza da parte della compagnia", si lamentano poco prima della agognata partenza dallo scalo torinese. Alcuni sono tornati a casa, altri hanno scelto di cambiare mezzo di trasporto e si sono recati a Genova, in auto o in treno, alla ricerca di un traghetto. Sagat, la società che gestisce l'aeroporto del capoluogo piemontese, ha prestato l'assistenza prevista. Intanto, gli orari dell'imbarco previsto venivano via via posticipati sul sito Internet della Compagnia "senza che nessuno ci dicesse una parola". E così dalla partenza alle 18.15 si è passati alle 21.15, poi all'1.05 e, infine, alle 3.20, mentre a Caselle cresceva la rabbia dei viaggiatori, tanto che è dovuta intervenire anche la polizia. Stesse scene all'aeroporto Marco Polo di Venezia, da dove l'aereo diretto ad Olbia con a bordo 82 dei 117 passeggeri che avevano acquistato il biglietto sono partiti 'solo' 22 ore dopo l'orario previsto. "Questi ritardi sono dovuti ad alcuni problemi tecnici che purtroppo sono capitati a breve distanza uno dall'altro e hanno avuto perciò ripercussioni a catena sull'operativo della compagnia aerea su varie tratte", è la versione di Volotea, 1,8 milioni di passeggeri nel 2014 e oltre 3.100 voli al mese. "La compagnia - aggiunge - ha fatto tutto il possibile affinché le complicazioni si risolvessero nel minor tempo possibile". Le scuse del management non serviranno, però, ad evitare i risarcimenti. "Sono un loro diritto - osserva il Codacons -. La compagnia deve risarcire gli utenti per i danni arrecati e per la riduzione del periodo di villeggiatura subito dagli stessi", conclude l'associazione consumatori invitando i viaggiatori a rivolgersi ai suoi uffici per ottenere assistenza legale.
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