È Luigi Sergio Ricca, sindaco di Bollengo, la prima vittima della legge Severino. Stando alla cronaca di sabato scorso, l’ufficio Centrale Circoscrizionale, preposto alla verifica delle candidature, gli ha contestato la sussistenza delle condizioni di incandidabilità alle elezioni regionali del 25 maggio in lista con i Moderati per Chiamparino. Il Motivo? Il patteggiamento per una condanna del 1996, ai tempi in cui era presidente della Provincia di Torino. Incredibile ma vero trattandosi di un fatto così datato, ma tant’è... Senza addentrarci troppo nei meandri delle interpretazioni, la commissione elettorale del tribunale di Torino ha ritenuto che quel patteggiamento vale come «carico pendente». “A fronte della contestazione ricevuta ho rinunciato alla mia candidatura e quindi ad interporre ricorso – ha subito scritto Ricca -, anche se i legali consultati mi dicono che il disposto della legge Severino non sarebbe ostativo rispetto alla mia candidatura, in quanto la fattispecie non rinvenibile nella disciplina previgente, proprio come dice l’art. 16 comma 1 della legge 235/2012”. Ed è in verità strano che la sua posizione in passato non sia stata di ostacolo né alla candidature del 2004 in Provincia né a quelle del 2005 e 2010 al consiglio Regionale, proprio in virtù di un parere espresso dal Ministero dell’Interno il 31 marzo del 2001. “Certamente sono molto amareggiato – commenta Ricca -, perché mi viene contestata una violazione risalente a circa 20 anni fa già estinta come reato con provvedimento del Tribunale di Torino in data 22/12/2001 e, in quanto risalente a prima della legge 475/99, non equiparata a condanna. Pur fermamente convinto di essere nel giusto, rinuncio però a interporre ricorso e metto agli atti la rinuncia alla candidatura perché nel clima politico attuale ritengo opportuno non essere preso a pretesto per ostacolare il successo del candidato presidente Sergio Chiamparino e della lista Moderati per Chiamparino che ha presentato la mia candidatura. Interpellerò però il Ministero per avere anche, sia pur postuma, una sua interpretazione sull’applicabilità o meno della Severino nella fattispecie che mi coinvolge”. “Nel condividere la rinuncia al ricorso da parte di Luigi Ricca, capisco al contempo il suo rammarico. Lo ringrazio però per il suo gesto, perché da persona per bene non ha voluto che la sua situazione diventasse oggetto di strumentalizzazioni politiche. Non tutti si sarebbero comportati nello stesso modo”, ha commentato in un comunicato successivo il leader dei Moderati, Giacomo Portas.
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