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TORINO. Sede Fiat all'estero? Per il ministro Guidi il Lingotto può fare quel che vuole

TORINO. Sede Fiat all'estero? Per il ministro Guidi il Lingotto può fare quel che vuole

alfa romeo e fiat

Non c'è nulla da obiettare sulla decisione della Fiat di trasferire all'estero la sede legale e quella fiscale: "è un'azienda privata e quindi può fare quello che vuole", dice il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Ed è polemica con i sindacati. Torna invece sulla strategia della società torinese in Rcs il presidente di Italcementi, Giampiero Pesenti: ''La mossa di predominanza della Fiat è per avere la maggioranza'', osserva, ma il Lingotto ''mantiene ottimi rapporti con gli altri azionisti e non penso ci siano spaccature''. Pesenti aggiunge che ''il Patto non c'è più ma le azioni ci sono e questa è la cosa fondamentale''. A tenere banco sono le parole del ministro Guidi. "La Fiat - spiega - è un'altra azienda rispetto a quella che era negli anni '80, gli investimenti sono stati fatti. Non voglio fare il difensore di nessuno e nemmeno della Fiat". Piuttosto, sostiene il ministro, "occorre creare le condizioni perché qualunque azienda, italiana o straniera, ritrovi un valore aggiunto nell'investire nel nostro Paese". Del resto, sottolinea, "nessuna azienda può essere trattenuta a forza e obbligata per legge ad investire". "Allora a cosa serve un ministro dello sviluppo economico nel governo italiano? L'obiettivo del ministero dovrebbe essere assicurare investimenti e occupazione", replica Michele De Palma, coordinatore Fiat della Fiom. "La domanda che il ministro dovrebbe porsi - osserva Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim - è cosa può fare il governo per mettere in campo una politica industriale che attragga gli investimenti e crei le condizioni per fare imprese e crescere l'occupazione, e quali vincoli sociali devono adottare gli attori economici". "Un'azienda ha degli obblighi nei confronti del Paese e dei lavoratori, che non possono essere disattesi. Il governo deve esercitare il suo controllo sui processi industriali, non si può lasciare tutto al libero arbitrio delle imprese", sottolinea Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.  Polemico con il ministro anche il responsabile lavoro e politiche industriali della segreteria nazionale di Sel Giorgio Airaudo: "La Fiat in questi anni ha fatto ciò che voleva com'è evidente a tutti. E l'ha fatto a scapito dei lavoratori e del Paese. Il problema non è cosa fa Fiat, ma cosa fa il Governo", osserva.

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