Michele Giovine non è più un consigliere regionale del Piemonte. Ieri mattina la Giunta per le Elezioni ha deciso la sua decadenza, perché condannato in via definitiva per le firme false della sua lista 'Pensionati per Cota', le cui irregolarità sono all'origine dei ricorsi che hanno portato all'annullamento delle ultime elezioni regionali. Fino a oggi Giovine era soltanto sospeso. Ma nei banchi del Consiglio sedeva già da sei mesi Sara Franchino, eletta nella stessa lista, che ora per volontà della Giunta per le Elezioni dovrebbe diventare consigliera regionale a tutti gli effetti. "Si chiude una porta e si apre un portone - ha commentato il diretto interessato - farò come Cincinnato e mi ritirerò a vita privata". La decadenza di Giovine e la surroga con Franchino arrivano fra le ultime battute di una battaglia legale che proprio domani prevede una nuova udienza del Consiglio di Stato, questa volta su un ricorso presentato dai Fratelli d'Italia, e in attesa di un ulteriore pronunciamento della Corte di Cassazione. Per essere effettiva, la decisione di oggi su Giovine e Franchino dovrà essere approvata dall'aula del Consiglio regionale, dove l'opposizione di centrosinistra ha già annunciato battaglia contro la surroga. Per sancire la decadenza di Giovine ci sono volute tre riunioni dell'organismo, e la minaccia del presidente Andrea Buquicchio, capogruppo dell'Idv, di convocare la Giunta per le Elezioni a oltranza. All'ultima convocazione il centrodestra non si era presentato in blocco, oggi invece la riunione è avvenuta al gran completo e la decadenza è stata votata quasi all'unanimità. Diversa la situazione per la surroga, approvata solo con i voti del centrodestra e con il no di Buquicchio, dopo che le opposizioni avevano abbandonato la riunione per protesta. Il Pd, ha annunciato il capogruppo Aldo Reschigna, solleverà il problema durante il Consiglio regionale di domani. "Mantenere in carica una persona votata con una lista dichiarata nulla dai tribunali - ha commentato l'ex presidente della Regione Mercedes Bresso - è assurdo e contrario al più elementare buon senso. Forse qualcuno - ipotizza l'ex presidente - pensa di tenersi buoni quei voti facendo pagare il costo ai piemontesi". "Noi crediamo - ha spiegato la capogruppo di Sel Monica Cerutti - che una volta stabilita l'irregolarità della lista Pensionati per Cota, ogni suo rappresentante all'interno del Consiglio regionale non sia legittimo. Chi ha votato la surroga si prende la responsabilità di aver mantenuto l'illegalità all'interno della nostra amministrazione". Fra i difensori della surroga, il capogruppo Fdi in Regione Franco Botta ha motivato la scelta della Giunta per le Elezioni proprio invocando la legge. "Fratelli d'Italia ha votato a favore della surroga di Sara Franchino - ha sostenuto Botta - rispettando la legge dello Stato che prevede testualmente che in caso di decadenza di un consigliere regionale si procede alla surroga del consigliere primo escluso della medesima lista". "Se erano atti dovuti - ha osservato Franchino in serata - lo erano sicuramente entrambi, decadenza e surroga. Se non lo erano non lo era neppure la decadenza di Giovine. Delle due l'una, tertium non datur".
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