La scritta "Crepa sporca ebrea", vergata con un pennarello sui muri dell'androne di casa di Maria Bigliani, 65enne di origini ebree, non verrà cancellata. È stata fatta a sfregio proprio nel Giorno della Memoria. E lì rimarrà Almeno per ora. Lo annuncia la stessa vittima dell'episodio di antisemitismo. "Voglio lasciarla - spiega - come testimonianza di un gesto razzista, cattivo e ignorante, che non dovrebbe più accadere". Maria non vuole che questo "atto vile" passi sotto silenzio. Figlia della staffetta partigiana Ines Ghiron, dalla madre ha ereditato la tenacia nel lottare per la sua libertà e per quella degli altri. Oggi Torino si è unita nella lotta a razzismo e antisemitismo, con un presidio organizzato dalla Sezione 8 dell'Anpi e dalla Circoscrizione 8 nel piazzale della basilica della Gran Madre a cui hanno partecipato centinaia di persone. "Questi gesti annunciano il male della divisione, dell'esclusione, della violenza sociale - sottolinea l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, che nei prossimi giorni incontrerà il rabbino capo e il presidente della comunità ebraica della città - E' il momento di fare un passo indietro verso la terraferma della convivenza condivisa, abbandonando la palude di chi fomenta odio e intolleranza". Mentre la Digos, che indaga sull'accaduto, ha acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e la Procura sta valutando l'ipotesi di aprire un fascicolo per minacce aggravate dalla finalità di discriminazione etnica o razziale o religiosa, Torino scende in piazza per ribadire il suo antifascismo. "Ho visto una solidarietà che non mi aspettavo - racconta Maria Bigliani - ma che mi riempie il cuore". Proprio quando l'odio scritto sul muro ha colpito la sua storia, la sua memoria, i suoi affetti. Al presidio con marito, sorella, nipote e amici, commenta: "C'è un clima di intolleranza razziale. Non solo in Italia, ma anche in altre parti d'Europa, dove movimenti razzisti e antisemiti si sono manifestati in modo pericoloso". Dario Disegni, presidente della comunità ebraica di Torino, ricorda le frasi antisemite e razziste comparse a Mondovì, Brescia, Giaveno. "Fatti isolati, ma gravissimi - dice - Figli di un clima d'odio e d'intolleranza che si è diffuso nel Paese. Fenomeni che devono essere contrastati con azioni forti. Chi ha vissuto gli orrori del nazifascismo tra un po' non ci sarà più e noi abbiamo il compito di tramandare la memoria. Di essere testimoni dei testimoni". E quella frase "Crepa sporca ebrea" per ora rimane sui muri della 'Torino bene'. Come monito. Espressione di un odio che, nel 2020, ancora non è stato sconfitto.
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