Dopo l'elezione di Marta Cartabia alla presidenza della Corte costituzionale, si infrange un altro tabù. Per la prima volta in Italia una procura di grandi dimensioni sarà guidata da una donna. Con una decisione a sorpresa il plenum del Csm ha nominato procuratore di Torino Anna Maria Loreto, per 16 anni aggiunto, cioè "vice" del capo, e memoria storica dell'ufficio requirente del capoluogo piemontese. Il suo nome è rimbalzato in questi ultimi giorni sui giornali nazionali perchè è uno dei pm dell' inchiesta sul condizionamento della 'ndrangheta sulle elezioni regionali della Valle d'Aosta del 2018, che qualche giorno fa ha portato alle dimissioni del presidente della Regione Antonio Fosson , indagato per scambio elettorale politico-mafioso assieme a due ex assessori e a un consigliere regionale. E a premiarla è stata proprio l'esperienza maturata per più di un decennio nel contrasto alla criminalità organizzata, e in particolare alla 'ndrangheta, come sottolineano i consiglieri che l'hanno sostenuta. La decisione - la prima importante dopo lo "scandalo" delle nomine emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia sul pm romano Luca Palamara e che giunge a un anno di distanza da quando Armando Spataro è andato in pensione - ha diviso il Csm ed è arrivata a sorpresa: il plenum ha ribaltato il "verdetto" della Commissione per gli incarichi direttivi che si era espressa a maggioranza per il procuratore di Siena, Salvatore Vitello. Vitello in plenum si è fermato a 7 voti ( quelli dei togati delle correnti più moderate, Magistratura Indipendente e Unicost, e del laico di Forza Italia Alessio Lanzi) contro i 12 andati a Loreto, che hanno decretato la vittoria della prima donna procuratore. In plenum è venuto meno il sostegno che Vitello aveva avuto in Commissione dai laici del M5S e della Lega, alcuni dei quali erano assenti, mentre altri si astenuti. Uno di loro, invece, Alberto Benedetti (M5s), ha votato per Loreto con i togati di Area e di Autonomia e Indipendenza, con "l'indipendente" Nino Di Matteo e il laico di Forza Italia Michele Cerabona. Poco prima l'assemblea di Palazzo dei marescialli si era divisa anche su un'altra nomina, quella del procuratore di Brescia, incarico che a maggioranza è stato assegnato a Francesco Prete, procuratore di Velletri, che ha avuto la meglio sull'ex consigliere del Csm Fabio Napoleone. Qualche giorno fa era stata proprio Cartabia ad auspicare che la sua elezione al vertice della Consulta facesse da apripista per l'affermazione delle donne soprattutto in magistratura,dove rappresentano ormai il 53% di giudici e pm , ma restano lontane dai ruoli di comando, che in 3 casi su 4 restano monopolio degli uomini. Le donne che guidano le procure presso i tribunali rappresentano appena il 16% e nessuna sinora era approdata al vertice di un grande ufficio giudiziario.
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