Lo stadio Olimpico Grande Torino era il loro territorio. Gli spalti della curva il 'ring' dove fronteggiarsi con le tifoserie avversarie. La Digos e la Direzione Generale Anticrimine hanno notificato Daspo a 75 ultrà del gruppo 'Torino Hooligans', che sono stati denunciati, a vario titolo, per violenza privata aggravata, rissa, lesioni nei confronti degli steward. Oltre 500 le sanzioni amministrative applicate per violazione del regolamento dell'impianto, per un importo superiore agli 80 mila euro. Nelle maglie dell'indagine sono finiti anche una quarantina di ultrà di Napoli e Inter indagati per i tafferugli scoppiati dopo gli incontri del 6 ottobre e del 23 novembre scorso. "Lo stadio deve tornare ad essere un luogo di festa per il pubblico - spiega il questore Giuseppe De Matteis - Le devianze del tifo vanno respinte a priori". A settembre, un'indagine analoga aveva colpito i gruppi bianconeri del tifo organizzato e aveva azzerato i vertici della curva Sud della Juventus. "Segnali - dichiara il questore - per riportare alla legalità quelle persone che, in numero sempre più preoccupante, usano lo stadio come territorio conflittualità". Per gli ultrà granata la partita si giocava sugli spalti, con una difesa violenta del proprio spazio e ostilità nei confronti delle forze dell'ordine e della società Torino FC, contestata da alcune settimana da una parte della sua tifoseria. "Ci sono stati scontri importanti", ricorda il questore. In curva Primavera, con la collaborazione della società, era in corso una sperimentazione per consentire che le tifoserie si mischiassero. "Un oltraggio" agli occhi degli ultrà che, durante la partita Torino-Inter del 23 novembre, hanno organizzato un assalto premeditato sugli spalti. Si sono picchiati con calci, pugni, aste e cinghie mettendo in fuga gli altri spettatori. "L'esperimento della curva Primavera continuerà - assicura il questore De Matteis - Puntiamo a replicarlo a livello nazionale". I responsabili delle violenze scoppiate allo stadio Olimpico Grande Torino durante le ultime partite di campionato sono stati individuati grazie all'indagine che il dirigente della Digos Carlo Ambra definisce "di tipo sperimentale. Telecamere di nuova generazione ci hanno consentito di attribuire in modo preciso determinate condotte ai soggetti. Siamo riusciti anche ad individuare, con supporto audio e video, chi ha partecipato a cori razzisti e contro le forze dell'ordine". Un bar in via Filadelfia, un circolo culturale in via Massena e un circolo Arci in via Berthollet sono stati chiusi: frequentati dagli ultrà, erano luoghi di scontro e di violente contestazioni. Gli indagati dovranno stare lontani dagli stadi dai 4 ai 10 anni, per un totale di 360 anni di Daspo. Molti di loro erano già stati colpiti dal provvedimento e c'è chi era già stato sottoposto a Daspo quattro volte. "Ci aspettiamo delle reazioni - spiega il questore De Matteis - Reazioni che non ci fanno paura e che siamo intenzionati a risolvere". Lo stadio, per la questura di Torino, deve tornare ad essere il "tempio dello sport".
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