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TORINO. Duello a distanza Renzi-Zingaretti su manovra e governo

TORINO. Duello a distanza Renzi-Zingaretti su manovra e governo

MATTEO RENZI

Vuole dettare l'agenda, Matteo Renzi: lo teorizza da Torino, culla del Pd e città a guida M5s, intestandosi una proposta per abbassare l'Irpef nel 2021. Ma la sua "maniacale ricerca di visibilità" per accumulare consenso rischia solo di favorire Salvini, risponde il Pd da Bologna. Gli ex compagni di partito si sfidano a distanza. Nicola Zingaretti tratteggia un'Italia di nuovo "felice". Renzi dice di voler portare il Paese fuori dal baratro economico. "Ha lasciato il Pd al 19% e ora vuole annientarlo", denuncia Gianni Cuperlo. Ma Dario Franceschini invita i Dem a tenere la calma: "E' surreale il dibattito" alimentato da Renzi sulla manovra, "ridicolo il dibattito su 'no Tax, sì Tax'". "Se il governo non vuole cadere abbassi le tasse", avverte il leader di Iv. E aggiunge che in caso di crisi c'è la Costituzione: ossia un percorso parlamentare e una possibile nuova maggioranza, nuovo premier. E' il weekend in cui il Pd tratteggia il suo progetto per gli "anni '20" e riscrive il suo statuto. E' il weekend in cui Renzi prova a imprimere una spinta al suo neonato partito. Una sfida a distanza con i Dem in "conclave" a Bologna, con 2000 persone in sala a Palazzo Re Enzo. L'ex premier a Torino, Catania e Pistoia lancia la volata a Iv per scavalcare nei consensi, in tre anni, il partito di cui è stato segretario. "Siamo arrivati a 25mila iscritti e da maggio ci presenteremo alle regionali", annuncia Ettore Rosato. Ma per vincere, avverte Renzi, bisogna dettare l'agenda. E allora con la parola "Shock!" a caratteri cubitali in rosa su sfondo giallo, "Don't stop me now" dei Queen in sottofondo, slide e la battuta pronta sullo "spostarsi a destra", l'ex premier parla alla platea che gremisce la sala non enorme del teatro dei Ragazzi della capitale piemontese. Ma invia soprattutto messaggi all'esterno: annuncia "battaglia" contro le microtasse in manovra, una riforma per "semplificare e abbassare l'Irpef" nel 2021, un piano "shock" infrastrutture in 7 punti, da 120 miliardi, che chiede a Conte di trasformare a gennaio in decreto e ai partiti di maggioranza e opposizione di "votare". "Non è una contromanovra", assicura Maria Elena Boschi. Ma agli alleati di governo pare molto simile. "La legge di bilancio si cambia solo per quelle cose su cui la maggioranza è d'accordo, non cercando accordi con gli avversari per fare dispetti agli alleati", ribatte a distanza, senza citarlo, Franceschini. Al Senato Iv è determinante e, sapendo di esserlo, propone emendamenti per abolire quota 100 (ma sul punto ha contro anche la Lega), e cancellare le "microtasse", dalla sugar alla plastic tax. Non farà modifiche sul cuneo fiscale caro ai Dem, ma l'ascia di guerra è dissotterrata: Renzi dice di voler aiutare lo stesso Franceschini a spendere 2 miliardi di fondi per la cultura stanziati dal suo governo e ora bloccati. Franceschini non replica ma avverte che fuori c'è ancora un "rischio per la democrazia" e se il governo vuole durare serve una "alleanza tra avversari". Parla del M5s, ma il messaggio giunge anche a Iv. Il Pd non solo è "vivo" ma anche in grado di "offrire una speranza nuova all'Italia" contro la "cultura dell'odio", dice Zingaretti, guardando la platea bolognese gremita e pensando alla pacifica e spontanea piazza Maggiore che giovedì sera si è riempita contro Salvini. Iv, teorizzano i Dem, è fermo nei sondaggi sotto il 4% e non ha altra ragione d'essere che combattere il Pd ma così non ha futuro. Ma la concorrenza dei renziani, col loro pungolo costante, impensierisce le truppe Pd: tra le sale bolognesi si discute di congresso e futuro del partito. Matteo Orfini, che denuncia un partito "chiuso nel fortino", chiede segnali su temi caratterizzanti come la cancellazione dei decreti sicurezza. "Non ci fermeremo sullo ius culturae", assicura Franceschini, mentre i Dem puntano a mettere al centro la questione sociale e, annuncia Zingaretti, il più grande investimento della storia sulla scuola. Ogni tema, è un capitolo da aprire nel governo: una nuova battaglia a rischio di distinguo e polemiche. "Noi proviamo a sminare i conflitti - dice un sottosegretario Pd - ma se Renzi e Di Maio continuano così non so quanto andremo avanti".
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