Di essere minacciata, Chiara Appendino non se n'era mai accorta. La sindaca di Torino, ascoltata tre volte dai magistrati che hanno indagano per estorsione nei suoi confronti l'ex portavoce Luca Pasquaretta, ricorda che il giornalista "era solito sfogarsi in maniera colorita". Eppure, quello che per due anni è stato il suo più stretto collaboratore, voleva "vuotare il sacco" in Procura, chiamando in causa la prima cittadina cinquestelle del capoluogo piemontese per due episodi a suo dire compromettenti. E' quanto si ricava dalla lettura dei verbali degli interrogatori resi dalla Appendino ai pubblici ministeri Enrica Gabetta e Gianfranco Colace: l'ex braccio destro l'avrebbe minacciata per ottenere un nuovo incarico dopo la cessazione, il 3 agosto 2018, del suo contratto di lavoro in Comune. Era stato l'assessore al Commercio, Alberto Sacco, a riferire alla sindaca delle presunte manovre con cui, secondo l'accusa, Pasquaretta aspirava a ottenere nuovi lavori. La prima circostanza compromettente è legata alla consulenza che Pasquaretta aveva ottenuto dal Salone del Libro nel 2017 e per la quale è tuttora indagato per peculato. Il giornalista diceva "in giro" che Appendino era a conoscenza di quella consulenza, questione per la quale in un primo momento è stata indagata, ma la sua posizione è stata stralciata e si profila una richiesta di archiviazione. L'ex portavoce, inoltre, "sosteneva che io avevo usato la macchina di servizio per andare a Ivrea per un impegno del partito". "Nulla da nascondere", secondo Appendino: "in auto verso Ivrea ero con un pubblico ufficiale, un poliziotto municipale. Inoltre avevo già testimoniato in procura sulla consulenza per il Salone del Libro", ricorda la sindaca ripetendo di essere stata lei a convincerlo a restituire i 5 mila euro dell'incarico. Pasquaretta, è un altro passaggio dei verbali, "diceva in giro che mi voleva bene e mi stava proteggendo". Ed è anche per questo motivo, oltre che per il fatto di non essersi mai sentita minacciata, che il rapporto tra i due non si è interrotto. Fino allo scorso primo febbraio, un venerdì pomeriggio. "Dopo che ho appreso della vicenda giudiziaria di Pasquaretta, in particolare dell'accusa appresa a mezzo stampa - spiega - che riguarderebbe appuntamenti con i miei assessori per interessi privati, non ho avuto più contatti con lui".
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