Consegnavano stupefacenti a domicilio pretendendo un sovrapprezzo per le spese di carburante in base alla distanza chilometrica da percorrere. Le ordinazioni avvenivano tramite telefono, Whatsapp e Facebook, con un linguaggio in codice. Questo è il modus operandi ideato da una famiglia del Torinese composta da marito, moglie e figlio, con la complicità di 20 persone, nei cui confronti i Carabinieri del Comando provinciale di Torino stanno eseguendo altrettanti provvedimenti restrittivi in carcere. L'indagine dei militari dell'Arma, coordinati dal gruppo Criminalità organizzata comune e sicurezza urbana della Procura della Repubblica di Torino, ha consentito di interrompere un'attività di spaccio di cocaina, marijuana e hashish nell'hinterland del capoluogo piemontese e nelle province di Biella, Cuneo e Verbania. In particolare, i carabinieri della Compagnia di Moncalieri hanno documentato oltre 400 cessioni di dosi e segnalato alle Prefetture competenti 150 assuntori. Sono ancora in corso una trentina di perquisizioni.
Droga a domicilio, 315 carabinieri impegnati nel blitz
È stata la denuncia nei confronti di un giovanissimo pusher, intercettato dai carabinieri davanti a un fast food di Beinasco, a far scattare l'indagine dei carabinieri sfociata oggi nel Torinese in 22 arresti e 25 denunce. La banda smerciava stupefacenti a domicilio, "L'intuizione - spiega il comandante provinciale dell'Arma a Torino, colonnello Francesco Rizzo - della stazione dei carabinieri di Beinasco, punto di riferimento e primo presidio sul territorio, ci ha portato a sgominare una rete attiva nella cintura Sud di Torino Nell'operazione, coordinata in sinergia con la Procura, sono stati impiegati 315 carabinieri, un elicottero e quattro unità cinofile". Dall'inchiesta è emerso che la droga arrivava dall'Albania e le indagini continuano per risalire ai canali di provvigione. "Dopo la denuncia del 2018 - sottolinea il comandante della compagnia carabinieri di Moncalieri, tenente colonnello Antonio De Siena - tramite quotidiani pedinamenti e intercettazioni, siamo risaliti ai vertici della rete di spaccio: una famiglia di Orbassano, già nota alle forze dell'ordine che coordinava una ventina di pusher, quasi tutti italiani e quasi tutti poco più che ventenni".
Droga: sindaco Orbassano, grazie ai carabinieri
"Sapere che i carabinieri vigilano, indagano e poi intervengono è fondamentale perché la cittadinanza si senta sicura". Così il sindaco di Orbassano, Cinzia Maria Bosso, commenta l'indagine con cui i carabinieri del comando provinciale di Torino hanno smantellato una rete di spaccio attiva nella cintura Sud della città con 22 arresti e 25 denunce. "L'amministrazione - aggiunge - vuole ringraziare l'Arma che agisce sul nostro territorio con competenza, discrezione e determinazione".
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