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TORINO. Tratta donne dalla Nigeria, smantellata organizzazione

TORINO. Tratta donne dalla Nigeria, smantellata organizzazione

Carabinieri (foto d'archivio)

Reclutavano giovani nigeriane per farle prostituire e, con la promessa di un futuro migliore, le convincevano a contrarre un debito di oltre 25mila euro per il viaggio verso l'Italia. E per costringerle a restituire il denaro le minacciavano con riti di magia 'juju'. I carabinieri del comando provinciale di Torino hanno smantellato un'organizzazione criminale internazionale di questo genere. In manette sono finite undici persone, tra i 23 e i 49 anni, tutte della Nigeria, tra cui otto 'maman'. Per il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ringrazia forze dell'ordine e inquirenti, è "l'ennesima dimostrazione che un'immigrazione sregolata è un business per i criminali". A dare il via alle indagini, nel dicembre 2016, sono state le segnalazioni di sette centri di accoglienza del Piemonte, dove le ragazze venivano prelevate da uomini che si presentavano come cugini o fidanzati. "Intorno ai centri di accoglienza vi è certamente un brulicare di attività criminali - osserva il Procuratore vicario di Torino, Paolo Borgna -. L' importante, però, è evidente, che i responsabili dei centri non siano stati conniventi o silenti. Non bisogna fare assolutamente di tutta l'erba un fascio ma bisogna, semmai, colpire con decisione queste attività criminali per dare maggiore forza all'accoglienza autentica". L'organizzazione era strutturata gerarchicamente e operava in Italia, Africa e Germania: le maitress reclutavano le ragazze in Nigeria, approfittando della loro condizione di fragilità. Le giovani, poi, affrontavano un lungo viaggio sino in Libia e venivano caricate sui barconi diretti a Lampedusa. Una volta in Italia venivano destinate in strada a Torino, Carmagnola, Rivoli. Tuttavia, per saldare il debito del viaggio dovevano guadagnare molto. In caso di rifiuto, dicevano loro le 'maman', sarebbero state vittime di maledizioni vodoo e sarebbero state punite anche le loro famiglie. In alcuni casi dovevano pure pagare l'affitto del 'joint', lo spazio sul marciapiede su cui si prostituivano. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. "Quelle di queste ragazze sono storie molto toccanti - sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Francesco Rizzo - C'è pure la testimonianza di una giovane che pensava di venire in Europa a fare la parrucchiera e invece si è ritrovata sulla strada, vittima di violenze fisiche e psicologiche, come molte altre, nonostante avesse promesso alla madre che non avrebbe mai fatto la prostituta".
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