Ancora sangue a Torino. Un carrozziere di 43 anni è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa e abbandonato in una cantina. Sul corpo ci sono anche tumefazioni e bruciature che lasciano pensare a delle sevizie. Un nuovo delitto torna così a scuotere una città che non ha ancora superato lo sgomento per quanto accaduto il 23 febbraio, quando il trentatreenne Stefano Leo venne sgozzato in un vialetto alberato in riva al Po. Ma se il caso Leo rimane un mistero, questa volta c'è una traccia: è stato fermato un uomo su cui, assicurano gli investigatori, pesano "indizi gravissimi". Quanto al movente, forse si tratta di una questione economica. Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti. La vittima, Adriano Lamberti, 43 anni, sposato, con un figlio di 9 e una figlia di 12, titolare di una carrozzeria, era scomparso nella giornata di ieri. "Mi aveva chiamato alle 12:05 - racconta la moglie - dicendomi che aveva appena finito di lavorare e sarebbe arrivato per il pranzo. Ma non l'ho più visto". Lamberti è descritto come un uomo tranquillo, abitudinario, con la pesca come unica passione (quella per le auto lo aveva condotto alla professione di carrozziere). Impossibile non preoccuparsi. La donna ha provato a richiamare. Alle 12:45 il telefonino era spento. Così ha preso contatto con le forze dell'ordine. La scorsa notte, verso l'una, gli agenti della squadra mobile della questura hanno trovato i resti di Adriano. Era nei sotterranei di una palazzina del quartiere Barriera di Milano in via Martorelli 73, nello scantinato di pertinenza di un Caf - centro di assistenza per il disbrigo di pratiche burocratiche. Sul posto è arrivata anche la pm Delia Boschetto. E nel giro di poche ore i sospetti si sono addensati su un uomo di 53 anni che lavora proprio nel Centro. E' scattato il fermo, sono cominciati gli interrogatori. Una delle ipotesi è che l'assassino non abbia agito da solo. La polizia sta cercando altre persone potenzialmente coinvolte. E' molto probabile che Adriano Lamberti sia stato portato nello scantinato dopo essere stato ucciso o almeno aggredito: sulla sua automobile sono state rilevate tracce di sangue. Oggi è trascorso un mese esatto dalla morte di Stefano Leo, commesso di un negozio di abbigliamento appassionato di filosofie orientali. In suo ricordo gli amici hanno portato un palloncino rosso sul Po. "E' insopportabile - dicono - non sapere chi ha agito in quel modo e perché".
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