Un taglio netto alla gola. E' morto così Stefano Leo, 34 anni, ammazzato questa mattina in pieno centro a Torino: qualcuno gli ha vibrato una coltellata in Lungo Po Machiavelli, un elegante viale alberato lungo le sponde del fiume. Nonostante la grave ferita, Stefano è salito per la scalinata che conduce in corso San Maurizio e si è avvicinato alle automobili in transito nel disperato tentativo di chiedere aiuto. Ma non ce l'ha fatta. Un automobilista si è fermato e ha chiamato i soccorsi. Inutili. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale stanno raccogliendo ogni testimonianza reperibile, per cercare di tratteggiare l'identikit dell'aggressore. E hanno acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza del quartiere Vanchiglia per capire chi, con un'efferatezza tale da lasciare sgomenti anche gli inquirenti, abbia ucciso il ragazzo. E soprattutto perché. Originario di Biella, Stefano aveva studiato giurisprudenza a Milano. "Il diritto lo annoiava - racconta un'amica - Lui amava le lingue e le diverse culture. Voleva conoscere il mondo". E così ha viaggiato per anni in ogni angolo del mondo: Cina, Giappone, Australia. Nell'ultimo periodo cercava tranquillità e a fine novembre si era trasferito a Torino con Sebastiano, l'amico di sempre. "Non ha mai avuto un problema con la giustizia, non ha mai fatto nulla contro la legge - spiega - Non era nemmeno un tipo irascibile. Al contrario, era tranquillo e non litigava mai con nessuno. Era metodico: ogni mattina usciva per andare a lavorare e faceva una passeggiata in lungo Po Machiavelli. Raggiungeva piazza Vittorio e poi percorreva il centro. L'avrà fatto anche oggi, penso, ma qualcuno l'ha ucciso". Durante il periodo natalizio era stato assunto come commesso in un negozio di abbigliamento di via Roma. "Era sempre puntuale" assicurano i colleghi, che oggi, dopo aver appreso la notizia, hanno preferito tornare a casa. "Questa mattina - raccontano - lo aspettavamo alle 11.30. Non arrivava e così abbiamo provato a chiamarlo. Poi abbiamo saputo cos'era accaduto". Chi lo frequentava non riesce a trovare una spiegazione e non riesce a darsi pace per la violenza di cui è rimasto vittima.
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