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TORINO. Caso Pasquaretta: Castelli due ore davanti al pm

TORINO. Caso Pasquaretta: Castelli due ore davanti al pm

Luca Pasquaretta, a sinistra

La vice ministro Laura Castelli è stata ascoltata come testimone per un paio d'ore in procura a Torino. L'ambito è quello dell'inchiesta che si concentra su Luca Pasquaretta, l'ex portavoce della sindaca del capoluogo piemontese, Chiara Appendino, ora indagato per estorsione: dopo la cessazione del suo incarico, lo scorso agosto, avrebbe fatto pressioni indebite - con destinataria la stessa sindaca - per ottenere un nuovo lavoro. Qualche settimana più tardi ottenne una collaborazione a Roma proprio con Castelli, la quale, non appena si è sparsa la notizia, ha troncato il rapporto. "Come ho detto dal primo momento, piena fiducia nella magistratura e piena disponibilità. Sono stata convocata come persona informata dei fatti e ho subito risposto, presentandomi dai magistrati. Altro non posso dire per evidenti motivi di riservatezza delle indagini in corso", afferma in una nota la viceministro, che ha manifestato il desiderio di non incontrare la stampa al termine dell'audizione. Cronisti e fotografi, che erano in attesa nel corridoio del settimo piano, non sono stati semplicemente invitati ad allontanarsi - come in altre occasioni - ma, per una interpretazione forse eccessivamente zelante, accompagnati dai carabinieri all'uscita del Palazzo. "Questi esponenti dei 5 Stelle vogliono proprio somigliare a Maduro", accusa Walter Verini, deputato del Pd e componente della Commissione Giustizia, che accusa Castelli di "disprezzare la libertà di informazione e il lavoro dei giornalisti". "Evita i giornalisti perché li teme", aggiunge la dem Silvia Fregolent. Sul caso Pasquaretta gli inquirenti si stanno muovendo ad ampio raggio avvalendosi fra l'altro di una quantità di intercettazioni telefoniche (originate da altri procedimenti), e finora sembrano convinti di avere colto nel segno. Questa mattina hanno ascoltato per la seconda volta, come testimone, l'assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco. "Ho fornito delle precisazioni che l'altra volta non ero stato in grado di dare", ha commentato all'uscita.
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