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TORINO. Pasquaretta non va dai pm, acquisite nuove carte

TORINO. Pasquaretta non va dai pm, acquisite nuove carte

Luca Pasquaretta, a sinistra

Continua la sfilata dei pezzi da novanta della politica torinese negli uffici della procura di Torino. Dopo la sindaca Chiara Appendino, interrogata ieri, oggi è stata la volta del suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana, e dell'assessore multideleghe Sergio Rolando. Tutti chiamati a riferire, fra le altre cose, dei loro rapporti con Luca Pasquaretta, a lungo portavoce del primo cittadino, ora indagato per estorsione. Doveva passare anche lo stesso Pasquaretta, ma si è avvalso della possibilità di non presentarsi. "Questa vicenda - spiega il suo difensore, l'avvocato Stefano Caniglia - lo ha colpito profondamente. E' un uomo di comunicazione, capisce perfettamente la portata di quello che sta succedendo. Ma di sicuro non ha ricattato nessuno. Con la sindaca, poi, il rapporto è sempre stato ottimo". Gli inquirenti, coordinati dal pm Gianfranco Colace, sono convinti di avere raccolto, intercettazione dopo intercettazione, indizi sufficienti per dimostrare tutte le loro tesi: su Pasquaretta gravano quattro filoni di inchiesta, il più pesante dei quali riguarda le minacce che, secondo le indagini, avrebbe operato per ottenere "contatti o contratti", vale a dire un nuovo posto di lavoro. Ma un testimone di fronte ai magistrati è obbligato ad attenersi alla verità, e se minimizza, svicola o giura di non avere mai sentito parlare di ricatti o pressioni, rischia procedimenti per false dichiarazioni. Presto potrebbe essere la volta di Laura Castelli, viceministro all'Economia, che strinse con Pasquaretta un rapporto di collaborazione (subito troncato nel momento in cui si è sparsa la notizia dell'esistenza dell'inchiesta). Oggi il suo avvocato di riferimento è stato ricevuto nell'ufficio del pm Colace. La viceministro, comunque, non risulta avere ricevuto comunicazioni dalla procura. A Palazzo Civico la maggioranza pentastellata non nasconde malumori e perplessità. Il bersaglio è l'assessore al commercio, Alberto Sacco, indicato come grande amico di Pasquaretta e suo 'sponsor' nel momento in cui la Appendino, per la campagna elettorale del 2016, cercava un portavoce. Sacco è stato il primo dei componenti della giunta, la scorsa settimana, ad essere ascoltato in procura come testimone. Intanto la squadra di polizia giudiziaria dei carabinieri è tornata in Comune per prelevare una serie di documenti, alcuni dei quali si riferiscono al filone di indagine sull'ex PalaMazda, dove su Pasquaretta si appuntano sospetti di traffico di influenze. Altre carte sono state consegnate oggi da Rolando. L'inchiesta continua.
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