Tredici persone sono state arrestate per la tentata rivolta al Cpr di Torino, dove, ieri, hanno fuoco fuoco a materassi, letti, masserizie all'interno di quattro aree su cinque della struttura. Sono tutti maghrebini trattenuti al Centro di permanenza e rimpatrio da circa un mese e mezzo, oggi arrestati dalla polizia. L'accusa è danneggiamento. Gli agenti li hanno individuate in meno di 24 ore, analizzando i video dell'impianto di sorveglianza del centro di corso Brunelleschi. Le immagini hanno ripreso le violenze: le fiamme appiccate ai materassi, gli ospiti che salgono sul tetto, le squadre dei vigili del fuoco che domano il rogo, la polizia che cerca di riportare la calma. Fuori dal Centro, poi, si era radunata una ventina di anarchici. La rivolta era scoppiata alle 14.30 e gli attivisti sono arrivati immediatamente per incitare alla protesta. Sono stati proprio gli antagonisti, oggi, in una trasmissione radiofonica, a dare notizia degli arresti. "Alcuni reclusi del Cpr - ha detto lo speaker - sono stati portati in carcere per aver protestato per la loro libertà". Quella di ieri non è la prima rivolta che scoppia tra le mura del Centro di permanenza e rimpatrio della città, l'unico del Nord d'Italia con una capienza, destinata a salire, di circa 200 posti. Il 6 agosto, un gruppo di ospiti aveva distrutto muri e finestre per ricavare mattoni, vetri e chiodi da lanciare contro le forze dell'ordine. Qualcuno aveva appiccato un fuoco e qualcun altro era salito sul tetto, minacciando di ferirsi con cocci di vetro. Tutti episodi che si erano ripetuti, con tensione minore, anche l'11 e il 12 agosto e che avevano portato all'espulsione di otto tunisini e tre marocchini. Un nord africano era stato denunciato a piede libero e un senegalese era finito in manette per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La polizia aveva sequestrato di tutto: spranghe di metallo, lamette, accendini, bulloni, pezzi di plastica appuntiti, punte di trapano, pugnali artigianali, corde di lenzuola e coperte utilizzate per scavalcare le recinzioni. "La tipologia degli ospiti rende il Cpr una polveriera - interviene il segretario generale provinciale del Siap, Pietro Di Lorenzo - Gli ospiti sono numerosi, gli animi si stanno esasperando e la carenza di personale non aiuta. Il personale dell'Ufficio immigrazione e quello adibito alla vigilanza - conclude Di Lorenzo - è largamente insufficiente".
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