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04 Settembre 2018 - 18:05
Sergio Chiamparino
Le primarie di coalizione possono essere “un’ottima opzione” per scegliere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Piemonte. E’ l’opinione del segretario metropolitano del Pd torinese Mimmo Carretta che in un post su Facebook, commentando “indiscrezioni giornalistiche secondo le quali il Presidente Chiamparino sarebbe tentato da questa idea” scrive: “bene, ragioniamoci, confrontiamoci...”.
“E’ chiaro - aggiunge Carretta - che serve una nuova scossa alla coalizione perché si decida o si dia un percorso a tappe forzate che ci faccia scegliere per tempo”.
Per Carretta le primarie “possono essere una grande prova generale della campagna elettorale. Ma prima - ammonisce - mettiamo al centro le idee e non i personalismi. I nuovi inizi sono possibili se, dopo attente e lucide analisi, si decide di passare oltre e di scrivere, insieme, qualcosa di bello”.
E a questo proposito cita le “parole chiave” della Festa dell’Unità che si sta svolgendo a Torino: “partito, persone, lavoro, diritti, doveri, famiglie, periferie, antifascismo, povertà, infrastrutture, benessere. Non ‘solo’ parole ma percorsi attraverso cui scrivere il futuro, da costruire insieme immaginando soluzioni, nuove modalità di partecipazione, delineando nuovi inizi”.
E sulla scia del “beato” annuncio, da qui in avanti s’è scatenata la corsa dei tanti favorevoli e pochi contrari, ad uno strumento che da quando è stato inventato ha creato più nemici della bomba atomica.
Ci voleva lo stop ando go ed è arrivato con Nino Boeti.
“Il dibattito sulle primarie non ha alcun senso - s’è precipiato a dire il presidente del consiglio regionale - Se Sergio Chiamparino si ricandiderà alle prossime elezioni regionali, non ci sarà ragione alcuna per ricorrere alle primarie”.
“Se, invece - ha aggiunto Boeti - Chiamparino dovesse decidere di non ricandidarsi, ipotesi che voglio sperare non si verifichi, allora bene sarebbe scegliere il candidato attraverso lo strumento delle primarie di coalizione mettendo al centro le idee per il futuro del Piemonte ed evitando di trasformarle in una resa dei conti tra componenti. Non mancano nel Pd come negli alleati, donne e uomini che hanno titolo per candidarsi alle primarie, e non esistono candidature ‘benedette’ e altre non ritenute degne di considerazione”.
“Ma parlare di primarie ora, prima che Chiamparino sciolga le sue riserve, - conclude Boeti - mi pare un’operazione che guarda non al bene del Piemonte ma piuttosto alle aspirazioni personali e ai posizionamenti delle varie componenti. Se così fosse, non solo vorrebbe dire non aver compreso il senso delle recenti sconfitte ma porre le premesse per sconfitte future”.
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