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TORINO. Su Tav è scontro costi. Toninelli valuta anche stop

Sono i costi l'ultimo terreno di scontro sulla Torino-Lione. A introdurre il tema è il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che nel ribadire alla Camera come sul tappeto resti anche l'ipotesi di "recedere dalla prosecuzione dell'opera", punta il dito contro quella che definisce una "anomalia vergognosa e inaccettabile". "Un chilometro di Tav costa 60 milioni in Italia, 20 in Francia. Foietta e Chiamparino dovrebbero dire chi si è preso la differenza di 40 milioni", è la domanda del ministro Toninelli, mentre Bruno Le Maire, ministro dell'Economia francese, definisce "legittimi gli interrogativi di Luigi Di Maio" sulla Tav. "Li rispetto - aggiunge - aspettiamo pazienti la posizione ufficiale del governo italiano". "E' una pazienza produttiva e costruttiva - sottolinea Toninelli -, devono averla anche gli altri". In Piemonte, però, sembrano incominciare a perderla. "Trovo un po' stucchevoli queste dichiarazioni di giornata sulla Tav. Non siamo di fronte alla costruzione di una rotonda di paese - con tutto il rispetto per le rotonde di paese - bensì alla più importante opera pubblica europea - osserva il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino -. Credo che il ministro Toninelli abbia tutte le possibilità di verificare presso le strutture del dicastero di cui è pro-tempore ministro, nonché presso RFI, sia la fondatezza sia le ragioni del differenziale di costo sulla rete alta velocità finora realizzata". E di costi parla anche Foietta, tirato in ballo da Toninelli che però non ha mai voluto incontrarlo. "I costi della sezione transfrontaliera della Torino-Lione, in corso di realizzazione, sono assolutamente analoghi ai costi del tunnel di base del Gottardo in Svizzera e del Brennero", osserva il commissario di governo, spiegando che non si può paragonare una galleria a un tratto di linea ferroviaria di pianura. Sarebbe come confrontare, dice "le banane con le mele". "Non ci sono pregiudizi ideologici nei confronti di quest'opera - sostiene ancora Toninelli - ma solo l'interesse di valutarla correttamente con una analisi indipendente". Perché quelle "di chi investe, di chi lavora, di chi può guadagnarci - dice - sono di parte". Un abbraccio, quello del ministro "non corretto" secondo Foietta. "Ritengo un errore - conclude - continuare a considerare il Commissario Straordinario di governo una controparte, evitando accuratamente ogni contatto, invece di utilizzare i dati, le conoscenze e le elaborazioni condotte e che nuovamente metto a disposizione del Governo".
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