"Temo per la mia vita, sono un perseguitato politico". Dmitry Krivistkiy, ex membro del Consiglio Federale russo, si è rivolto così ai giudici della Corte d'Appello di Venezia chiamati a decidere della sua estradizione. Arrestato lo scorso 23 luglio in un hotel di Cortina d'Ampezzo (Belluno), dove stava trascorrendo alcuni giorni con la famiglia, l'ex senatore russo ha negato di avere commesso qualunque reato, respingendo le accuse di corruzione delle autorità russe. L'uomo, apparso provato dalla vicenda, per il momento resta in carcere, in attesa della decisione dei giudici sulla sua libertà prevista per la prossima settimana. Il suo pool difensivo, formato dagli avvocati Mauro Anetrini, Paola Klinger e Giambattista Zatti, ha intanto ribadito la sua "ferma opposizione" all'estradizione. La prossima udienza è stata fissata per giovedì 2 agosto. Torna dunque a giocarsi sul fronte giudiziario la delicata partita dei rapporti diplomatici tra la Russia e l'Italia, che nei mesi scorsi si era già trovata di fronte a un dilemma analogo. Accadde quando a Ventimiglia venne intercettato Mikhail Nekrich, oligarca accusato da Mosca di essere il mandante di un misterioso omicidio avvenuto nel 2014. I giudici italiani negarono l'estradizione, ma da allora il governo è cambiato. Una vicenda analoga a quella attuale. Eletto nella regione di Novgorod per il quinquennio 2011-2016, 52 anni, Krivistkiy è accusato dagli investigatori russi di avere preso una bustarella. Quindici milioni di rubli, l'equivalente di 257 mila dollari, su un maxi appalto per la ristrutturazione e l'asfaltatura di strade. "E' una persecuzione", sostiene l'ex politico, che collega quella che definisce una "montatura" con la sua posizione contraria all'annessione della Crimea durante il suo mandato. Trasferitosi da un paio d'anni in Francia, l'ex senatore ha fatto domanda di asilo politico ed era in attesa della decisione sul suo accoglimento, prevista per novembre. I suoi legali non escludono che analoga richiesta venga formalizzata anche in Italia. "Non mi è mai stato notificato nulla", sostiene Krivistkiy, che negli ultimi mesi aveva viaggiato altre volte per l'Europa e mai gli era stato contestato qualunque cosa. La battaglia, politica e giudiziaria, prosegue.
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