Per le autorità russe è un ricercato per corruzione. Per gli avvocati italiani che ne hanno preso la difesa è la vittima di una vendetta politica. Quando la Polizia di Stato lo ha preso in consegna, il 23 luglio, Dmitry Krivistkiy, ex membro del Consiglio Federale (l'equivalente del Senato) era in un hotel a Cortina D'Ampezzo come un turista qualsiasi. "Credeva di essere al sicuro", dicono i suoi legali alla vigilia del duro braccio di ferro che dovranno ingaggiare con la magistratura per evitare l'estradizione. La partita comincerà domani a Venezia, in Corte d'Appello, dove Krivitskiy sarà chiamato a deporre. Gli agenti, a quel che è dato sapere, hanno fermato il russo eseguendo un mandato di cattura internazionale spiccato lo scorso 1/o marzo nell'ambito di un'indagine che si sta svolgendo a Novgorod, nella regione di origine dell'ex parlamentare: si parla di una tangente di 15 milioni di rubli (poco più di duecentomila euro) e di sospetti di appropriazione indebita di fondi legati alla costruzione di strade. Ma il suo pool difensivo, composto dagli avvocati Mauro Anetrini, Anna Paola Klinger e Giambattista Zatti, ha una spiegazione diversa: l'ordine di arresto è il prodotto di una "persecuzione politica" cominciata nel momento in cui Krivitskiy espresse in Consiglio Federale (dove è stato in carica dal dicembre 2011 al settembre 2016) "il suo voto contrario alle operazioni militari in Ucraina, che riteneva illegittime e del tutto ingiustificate". Una volta cessato il mandato da parlamentare Krivitzkiy aveva lasciato la Russia "prima ancora - spiegano i legali - di essere colpito da provvedimenti restrittivi". Ed era riparato in Francia, dove aveva presentato una richiesta di asilo politico che, secondo quanto viene riferito, dovrebbe essere discussa il prossimo novembre. "A Cortina d'Ampezzo stava soggiornando tranquillamente con il suo nome", dicono gli avvocati, che ora denunciano senza mezzi termini "la gravità" della vicenda, "non certo la prima posta in essere dalle autorità russe, di cui è vittima un dissidente politico perseguitato per essersi permesso di opporsi a un governo capace di condizionare anche la magistratura e le sue decisioni". Domani Krivitzkiy pronuncerà davanti ai giudici di Venezia il suo "niet" all'estradizione. La sua squadra legale sta ragionando anche sulla possibilità di chiedere asilo politico in Italia.
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