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TORINO. Scontri Torino: maestra licenziata, punizione sproporzionata

TORINO. Scontri Torino: maestra licenziata, punizione sproporzionata
"Non dico di non avere commesso errori. Dico che il licenziamento è una punizione sproporzionata. Che è arrivata al termine di un percorso in cui è stata sovvertita la procedura normale". Lo ha detto oggi Lavinia Flavia Cassaro, la maestra di 38 anni che lo scorso 22 febbraio, durante una manifestazione antifascista, inveì contro le forze dell'ordine schierate per impedire al corteo di avvicinarsi a un punto di ritrovo di Casapound. Insieme al sindacato Cub Scuola la donna impugnerà il provvedimento davanti al tribunale. Cassaro anche è indagata dalla procura di Torino. "A differenza di quanto affermato da molti organi di informazione - precisa - mi si contesta soltanto il reato di oltraggio. Nessuna istigazione a delinquere, nessun atto di violenza o resistenza a pubblico ufficiale". L'insegnante ammette di "non avere adoperato paroline dolci" con gli agenti ma sottolinea che il tutto avvenne in "due minuti di esasperazione" per come si erano sviluppati gli eventi intorno al corteo. "Il caso - conclude - è stato costruito attorno all'espressione 'dovete morire'. Ma questo non è né un augurio né una minaccia. E' un'affermazione (nel senso di 'memento mori', ha poi commentato Cosimo Scarinzi della Cub - ndr). Dopotutto è il destino di tutti gli esseri umani. Siamo mortali. E l'unica cosa che possiamo scegliere è come vivere".
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