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LIVORNO FERRARIS. Barone sfida Corgnati a capo di una lista civica con simpatizzanti del centrodestra e dei 5 Stelle

LIVORNO FERRARIS. Barone sfida Corgnati a capo di una lista civica con simpatizzanti del centrodestra e dei 5 Stelle

LIVORNO FERRARIS. In tanti, in paese, aspettavano la notizia almeno da un po’. Chiara Barone, 32 anni, un impegno politico che dura almeno da dieci, si candiderà sindaco alle elezioni comunali del prossimo 10 giugno. Fino all’anno scorso è stata segretaria del circolo locale del Partito Democratico, ed era anche entrata a far parte dell’assemblea regionale del partito. «Poi ho dato le dimissioni da tutto, perché non mi riconoscevo più nelle linee guida del partito».

E così tra meno di due mesi sarà lei la sfidante del primo cittadino uscente Stefano Corgnati. Si presenterà alla guida di una lista civica, composta sia da persone che negli anni passati si erano già impegnate per il bene del paese sia da volti nuovi. Il logo sarà semplice e d’impatto, così come il nome della lista. I nomi dei membri verranno ufficializzati nei prossimi giorni. Intanto Chiara Barone spiega perché ha deciso di candidarsi e quali saranno i temi più importanti del programma: «La speranza di una vittoria c’è, ma siamo consapevoli che molto probabilmente la vittoria andrà all’altra squadra. Non volevo che la loro lista si candidasse da sola perché ritengo importante il ruolo dell’opposizione». Nel corso della consiliatura che va concludendosi, infatti, i consiglieri di minoranza si sono aggregati all’esecutivo di Corgnati formando una sola grande maggioranza. «Cosa che non riteniamo sia giusta. Ovviamente, nel caso in cui fossimo in minoranza, l’intenzione non è quella di essere costantemente con la sciabola sguainata, ma di avere un confronto tra le parti». La sua lista civica sarà eterogenea: «Ci saranno simpatizzanti del centrodestra, ma anche del Movimento 5 Stelle, che anche a Livorno, come in tutta Italia, ha ricevuto tantissimi voti alle politiche». Il programma sarà molto semplice: «Semplice e soprattutto realizzabile. Siamo convinti che Livorno sia diventato nel corso degli anni un paese dormitorio e che abbia bisogno di ripartire. Abbiamo la fortuna di essere un paese bello con un centro, un viale alberato, delle piazze; la nostra sfortuna, che ha giocato a nostro sfavore, è stata la circonvallazione. La nostra idea è quindi quella di ricreare eventi, rivalutare il centro storico, anche a livello turistico. Abbiamo le prigioni, il museo, il materiale c’è ma deve essere sfruttato. Dobbiamo partire dalle piccole cose e non dai megaprogetti: che senso ha avere grosse strutture se nessuno le usa? Livorno è una pietra grezza e noi miriamo a farlo diventare un diamante prezioso...»

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